Politica

Ventitré richiedenti asilo a Meda. Il Sindaco leghista: “Dissenso totale!”

Il Prefetto sceglie Meda come punto di accoglienza per oltre venti richiedenti asilo. Il Sindaco dice basta alla gestione degli immigrati.

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Chi li ha voluti? Come sono arrivati fino a Meda? Ma, soprattutto, c’è qualcuno che ci guadagna ingiustamente? Queste sono alcune delle domande che si pongono i medesi dopo aver avuto la conferma che in città, la scorsa settimana, sono arrivati all’ incirca una ventina di richiedenti asilo attualmente ospitati in un appartamento sfitto di viale Brianza. Ad accoglierli, un privato che ha deciso di mettere a disposizione il proprio immobile per un periodo di tempo ancora non definito. E’ bastato davvero poco per accendere la polemica dividendo, come sempre accade in queste occasioni, i cittadini a metà: da una parte c’è chi si preoccupa e parla di accoglienza e solidarietà, dall’altra invece ci sono gli irremovibili stanchi di essere presi in giro e di vedere il proprio territorio “occupato” da stranieri.

luca-santambrogio-candidatoPer chiarire la situazione, e cercare di calmare un po’ gli animi, interviene il sindaco Luca Santambrogio che sottolinea, ancora una volta, la sua netta opposizione allo Sprar ( Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ): “è chiara la nostra opposizione a questa accoglienza indiscriminata di migranti che, per la stragrande maggioranza, non risultano fuggire da scenari di guerra. Aderire allo Sprar comporterebbe, per il comune, individuare immobili propri o di privati da utilizzare per l’accoglienza, immobili che, se presenti, preferiamo mettere nella disponibilità dei cittadini medesi in difficoltà – scrive in un comunicato stampa – condanniamo con forza chi, cooperative e proprietari di immobili, lucrano sull’accoglienza ai danni degli stessi migranti e dei cittadini avendo come unico scopo il “facile” e lauto guadagno, con affitti ben oltre il valore di mercato; ciò dimostra il grande business che si è creato collegato all’emergenza”. E per quanto riguarda la situazione di Meda, aggiunge: “ricordiamo che, se il Prefetto tratta direttamente con i privati, il Sindaco ed il comune subiscono senza poter dire nulla; sottolineiamo che porremo in atto ogni azione possibile per garantire la sicurezza pubblica ed il rispetto delle norme igienico sanitarie delle strutture adibite a luogo d’accoglienza, attraverso le forze dell’ordine e gli uffici comunali, oltre a monitorare costantemente che il numero di occupanti degli immobili sia quello previsto dalle dimensioni dell’immobile stesso.” Proprio in questa settimana, tra l’altro, Luca Santambrogio ha partecipato all’assemblea dei Sindaci di Monza e Brianza dove ha sottoscritto un documento in cui, alcuni primi cittadini, richiedono di essere preventivamente informati circa i nuovi arrivi sul proprio territorio al fine di autorizzare o meno questo in base al luogo ed alle caratteristiche dell’immobile in cui verranno posizionati e valutando la congruità di questi. Il neo sindaco di Meda, infine, ci tiene a sottolineare anche prenderà provvedimenti sull’adeguamento delle tasse comunali in base al nuovo numero di occupanti ed alla nuova destinazione dell’immobile.

lega nord medaE poi conclude: “Ribadiamo, quindi, il nostro dissenso totale rispetto alle modalità di gestione dell’accoglienza che è ormai divenuta incontrollata, indisciplinata e motivo, purtroppo, di facile guadagno per alcuni.” Intanto c’è chi, dall’altra parte, cerca di spiegare meglio la cosa: “I fatti sono questi – spiega Rina Del Pero, cittadina attiva nel sociale – a Meda sono arrivate 12 persone di cui alcuni cristiani, altri musulmani, altri senza alcun credo. Dopo la loro partenza dalla Libia sono stati tre mesi a Messina, poi sono stati indirizzati al centro di Croce Rossa di Agrate Brianza e infine, una cooperativa con sede a Meda li ha avuti in carico – e precisa – la casa che li ospita è di un privato e, insieme, abbiamo spiegato loro come si preparano i sacche della raccolta immondizia, sacchi che abbiamo comprato, pagato, da un commerciante del nostro territorio. Serve altro?”.

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