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Lombarda Petroli, la Cassazione ha confermato il “disastro colposo”

Confermata la sentenza della Corte D'Appello di Milano dello scorso anno.

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Si è definitivamente chiusa, dopo sette anni di battaglie legali, la vicenda “Lombarda Petroli”. Ieri sera, intorno alle 21, la Corte di Cassazione ha reso nota la sua decisione, ovvero quella di confermare la sentenza della Corte D’Appello di Milano, lo scorso anno.

Ritenuto il responsabile dello svernamento, ma senza dolo, è Rinaldo Tagliabue, l’imprenditore brianzolo che resta condannato a un anno e otto mesi (più quella di nove per i reati fiscali, sebbene ci possano essere variazioni per sopraggiunte prescrizioni di alcuni capi di imputazione) per disastro doloso.

Stando alla Suprema Corte, la motivazione alla sentenza in Appello, che aveva ridimensionato quella in primo grado del Tribunale di Monza, Tagliabue ha voluto lo svernamento delle 2400 tonnellate di gasolio e olio combustibili che, dal piazzale della struttura, in pochi minuti avevano viaggiato attraverso la rete fognaria, arrivando al depuratore e poi al Lambro, fino al Po. L’imprenditore, però, che provocò lo svernamento per non pagare l’accise, non aveva compreso la portata delle possibili conseguenze, da qui la colpa e non il dolo.

Confermata anche la condanna a un anno e sei mesi per il custode dello stabilimento, Giorgio Crespi, in primo grado condannato a cinque anni. Inoltre l’azienda dovrà risarcire le parti civili costituitesi a processo, tra cui il Comune di Villasanta, e anche Brianzacque, la cui richiesta di costituirsi come parte civile “appellante” era stata respinta, è stata accolta dalla Cassazione.

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