Biassono, spunta la proposta di un referendum anti-cemento

Caspani ha lanciato la proposta di un referendum comunale per contrastare il consumo di suolo previsto dal Masterplan che coinvolge anche Lissone, Monza e Vedano.
Un referendum comunale contro il consumo di suolo: è la proposta della lista civica per Biassono per chiederei ai cittadini di contrastare il Masterplan approvato in consiglio comunale a inizio maggio, un progetto che prevede l’edificazione da parte di privati di capannoni a uso produttivo industriale, commerciale e terziario direzionale sulle aree libere facenti parte degli ambiti di interesse provinciale (Aip) nella fascia di confine tra Biassono, Lissone, Monza e Vedano al Lambro.
Per Biassono, dove l’intervento sarà maggiore, gli ambientalisti parlano di una superficie di 257.036 mq su un’area non urbanizzata pari a 293.875 mq: «una colata di cemento», per lo più a ridosso della SP6, la strada di viabilità complementare che dovrebbe essere costruita con Pedemontana (che, al momento, è sempre ferma a Lentate sul Seveso e in attesa di finanziamenti, ndr). «Un progetto del genere poteva avere senso forse anni fa, in una fase economica trainante – concede Alberto Caspani, consigliere della lista per Biassono -: si sarebbero potuti spostare i capannoni in quella zona per liberare le aree esistenti, ma non oggi. Anzi, a Biassono ci sono già capannoni abbandonati: sarebbe meglio rivalorizzare quelli, piuttosto che continuare a consumare suolo, che nel nostro comune è già a quota 65%».
«Non è solo Biassono: si tratta di un progetto provinciale, approvato nel 2012, che noi stiamo portando avanti e che è in linea con la legge 31/2014 di Regione Lombardia sul consumo di suolo – ribatte il sindaco Luciano Casiraghi (Lega Nord) -. E non è detto che dovrà essere una rovina o che si dovrà costruire chissà che cosa: di fianco passerà la nuova SP60, ci saranno le compensazioni ambientali e occasioni per avere più verde. Con un occhio di riguardo per l’ambiente, riusciremo a creare anche più posti di lavoro e più commercio».
E i capannoni industriali già presenti, ma vuoti? «La nostra area industriale è ben raccolta e ben tenuta, in tanti ci hanno fatto i complimenti – risponde Casiraghi -. Mi risulta che ci sia solo capannone vuoto, ma ormai in disuso, vicino al parco valle Lambro».
Il sindaco, comunque, non si oppone all’ipotesi di un referendum: «A Biassono non manca certo la democrazia, ma il referendum, che non so quanto possa costare, ricadrà comunque sulla collettività», sottolinea. «Nel 2016 le elezioni sono state vinte dalla Lega, ma senza la maggioranza assoluta – ricorda Caspani -, e le opposizioni avevano in comune tra gli obiettivi il consumo zero del territorio: anche per questo sarebbe problematico andare avanti con il Masterplan senza un referendum».
Per procedere sarà necessario raccogliere almeno 2.000 firme, corrispondenti a 1/5 degli elettori. Un parametro altissimo secondo Caspani, che proverà a farlo abbassare a 1.000: anche perché il comune, che nel 2004 ha inserito nello statuto la possibilità di proporre referendum consultivi, non ha ancora un regolamento in merito (avrebbe dovuto farlo entro l’anno). Questa, insomma, potrebbe essere l’occasione per redigere e approvare un regolamento referendario.
Intanto, la lista per Biassono comincerà a raccogliere firme già a partire dalla seconda settimana di giugno. E non solo: «Vogliamo portare avanti anche un’alleanza intercomunale per difendere i nostri territori verdi – afferma Caspani -. Anche spiegando ai privati che quei terreni possono essere messi a frutto anche restando aree verdi, valorizzandoli e inserendoli nei parchi Grugnotorto-Villoresi e Brianza Centrale: si realizzerebbe così una cintura verde in linea con le indicazioni europee sulla creazione di barriere di mitigazione ambientale, dando altresì ai cittadini e ai proprietari dei lotti interessati la possibilità di sviluppare attività redditizie di carattere ecosostenibile».
In foto sopra Alberto Caspani, sotto Luciano Casiraghi