Economia

Confimi, “La pressione fiscale sulle medie imprese è al 68,4%”

Confimi, “Necessaria la riduzione della pressione fiscale? Noi lo denunciamo da anni, ora si passi a analizzare i costi dell'energia, Italia +87% su Ue”.

fabbrica lavoratore operaio - web

“La situazione portata alla luce dal Rapporto sulla finanza pubblica presentato dalla Corte dei Conti è quella che noi denunciamo da 5 anni, insieme al costo dell’energia che le pmi devono sopportare in Italia e alla difficoltà di accesso al credito sulla base delle norme di Basilea 3” ha dichiarato con amara soddisfazione Paolo Agnelli Presidente di Confimi Industria Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata.

Gli fa eco Nicola Caloni, imprenditore brianzolo associato a Confimi, che afferma: “Se si vuole rilanciare il manifatturiero non si può fingere che non ci sia un disequilibrio tra la pressione fiscale e il costo dell’energia che le ditte italiane sono costrette a subire rispetto ai concorrenti esteri. Adesso è anche la corte dei conti che sottolinea la questione.”

Dal rapporto  emerge un quadro drammatico dove la pressione fiscale sulle medie imprese in Italia è al 68,4%, 25 punti oltre la media europea, mentre il cuneo fiscale  – cioè la differenza tra il costo del lavoro a carico dell’impresa e il netto in busta paga dei lavoratori –  è del 49% ed eccede di 10 punti la media Ue. “La domanda che ci poniamo, e che ora sembra essere vidimata anche dalla magistratura tributaria, è come pensiamo in questo contesto di poter essere competitivi?” prosegue Agnelli.

“Ora, per il bene delle nostre PMI che, ricordiamolo, costituiscono oltre il 90% del tessuto produttivo ed economico del nostro paese, non possiamo che lanciare un nuovo​ invito alla Corte dei Conti” sottolinea Agnelli “che si avvii finalmente un rapporto anche sui costi dell’energia, che in Italia sono i più alti d’Europa”.

In base ai dati Eurostat infatti nella fascia dei consumi delle PMI il differenziale Italia–EU27 è del +87%. “Non solo” ricorda il presidente di Confimi in chiusura “le pmi pagano anche il 61% in più delle grandi imprese di casa nostra e finanziano con il 25% dei loro consumi elettrici le nuove fonti rinnovabili”.

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