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Gli ambientalisti non abbassano la guardia nemmeno col Papa

Gli ambientalisti brianzoli vogliono evitare strumentalizzazioni della messa di popolo di sabato 25 marzo

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A pochi giorni dall’arrivo a Monza del Santo Padre per la messa di popolo in programma sabato 25 marzo, il comitato per il Parco è tornato a puntare i riflettori sul polmone verde e sui danni provocati dai maxi eventi.
Gli ambientalisti brianzoli non sembrano intenzionati ad abbassare la guardia e denunciano con forza eventuali tentativi di strumentalizzazione. “L’arrivo del Papa è un evento eccezionale – commenta Roberto D’Achille, legale del comitato -, ma come tale deve confermare la regola che il Parco non deve essere utilizzato per concerti o altre manifestazioni oceaniche”.

In altre parole, il timore è che l’evento del Papa venga strumentalizzato o utilizzato per spianare la strada alla trasformazione del Parco in un grande contenitore. D’altro canto, il recente trasferimento di quote di Sias da Aci Milano ad Aci Italia e l’imminente approvazione dell’Accordo di programma da 55 milioni di euro con Regione Lombardia autorizzano a pensare che all’ombra degli alberi storici del Parco di Monza siano in corso grandi manovre.

parco di monza area ex ippodromo - mb

Gli ambientalisti hanno colto l’occasione per mettere nero su bianco quattro domande indirizzate al Papa: perché non ha risposto alla lettera dello scorso autunno? Perché è stato scelto di montare un palco così grosso e sfarzoso? Perché è stato scelto il Parco per questo tipo di manifestazione? Come si concilia questa scelta con l’insegnamento sul rispetto dell’ambiente e del dialogo che sono alla base del pontificato di Francesco? Domande che fra l’altro stanno anche accendendo un dibattito serrato sui principali social forum.

Ai quattro quesiti, gli ambientalisti hanno poi aggiunto una richiesta. “Vorremmo che il Santo Padre durante l’omelia spendesse una parola in difesa del Parco – ha dichiarato Bianca Montrasio, portavoce del comitato -. Vorremmo evitare che questa grande evento d’eccezione venga invece preso come esempio per avallare manifestazione di grande impatto di pubblico”. Secondo gli ambientalisti i danni subiti dal prato della Gerascia dopo il concerto di settembre di Ligabue non sono stati riparati. “Nuova erba sta crescendo – aggiunge Montrasio -. Ma non sarà più come prima e sopratutto se fra poche settimane inizierà la stagione dei grandi concerti  i danni rischiano di diventare irreversibili”.

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