La Brianza si prepara all’arrivo del Papa. Tutti sono pronti ad accoglierlo, ma non manca qualche malumore soprattutto tra i commercianti.
C’è chi pensa che con la visita del pontefice e le limitazioni al traffico connesse si riscopriranno i negozi sotto casa, ma c’è anche chi ha deciso di chiudere baracca e burattini sbattendo la porta e pensando alla giornata di lavoro persa. Oppure c’è chi ci crede che quella di sabato sarà una grande giornata di lavoro per lui e allora, pur di aprire, ha detto che dormirà in negozio venerdì sera. Insomma, come spesso accade il mondo si spacca in due.
Il grande evento che vede protagonista il Parco di Monza è alle porte e il blocco delle auto è confermato dalle ore 6 alle ore 24 del 25 marzo (LEGGI QUI tutti i dettagli e le mappe di circolazione). Sono circa 150mila le persone, per esempio, attese solo a Villasanta nella giornata di sabato e il numero totale di pellegrini potrebbe variare da un minimo di 600mila ad un massimo di 1milione. Un’occasione, per la Brianza, che sarà teatro di un evento mondiale.
E allora se con l’auto spesso si sceglie il centro commerciale, con il blocco della circolazione – e magari complice una bella giornata di sole – si potrebbe optare per una passeggiata in centro paese per fare shopping nel negozio sotto casa. Pane, latte, ma anche qualcosa d’altro…
“Sarà una visita in una città aperta, non blindata, con negozi e servizi che funzionano perché vogliamo garantire il massimo di accoglienza”, ha dichiarato ieri all’AdnKronos il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti. Ed è quello che sperano alcuni negozianti che hanno deciso di lasciare le serrande alzate.
“Per la sera del 25 marzo abbiamo già 35 prenotati, la gente che non può muoversi da Villasanta per non rinunciare ad una cena con gli amici ha già prenotato nel nostro ristorante – ha commentato il presidente dell’Associazione dei Commercianti di Villasanta e titolare della Trattoria Al Balin, Tiziano Zonca – Ma non a tutti i miei colleghi è andata così bene e allora alcuni hanno scelto di chiudere temendo che il locale rimanesse vuoto”, ci ha rivelato.
E a Monza? Se molti sono i monzesi che si allontaneranno dalla città per non subire il “caos papale” (un po’ come accade durante i giorni del Gran Premio), i commercianti seguiranno la stessa politica dei loro colleghi dei paesi limitrofi. Sarà ascoltato l’appello del loro presidente? Il numero uno dell’Unione Commercianti di Monza e circondario, Domenico Riga rivolgendosi ai suoi iscritti afferma ai microfoni di MBNews: “La preoccupazione per la grandissima affluenza c’è, ma ne vale la pena: esorto tutti a tenere aperta la loro attività cogliendo questa occasione – e ha aggiunto – Non si pensi ai disagi per aprire quel giorno (o alla giornata di lavoro persa), pensiamo all’opportunità. Il brand ‘Monza’ avrà una risonanza mediatica fortissima nel mondo. L’uomo d’affari straniero potrebbe scegliere di alloggiare a Monza invece che a Milano un domani”.
Per ora, però, il richiamo turistico della città non ha funzionato affatto. Per gli alberghi le prenotazioni si sono attestate intorno alla solita media stagionale. Nessun effetto Papa, quindi.
E in molti resteranno con le serrande abbassate. Tra tutti un commerciante villasantese ha tuonato: “A me questo evento è costato una lavata di capo da parte dei clienti e una giornata di lavoro persa, oltre a molta merce da buttare. Chi mi paga la merce? Il Vaticano?”. Altri si sono lasciati andare a frasi pungenti sui cartelli di divieto, in segno di protesta come quella nella foto qui sotto apparsa ieri a Cascina del Bruno, frazione di Arcore.
Infine, c’è chi chiuderà il proprio negozio proprio perchè sabato 25 marzo parteciperà alla Santa Messa di Papa Francesco.
commenta