Economia

Monza, nuovo distretto del commercio. Gli operatori: “Restano i dubbi!”

Regione, Comune ed associazioni hanno cambiato il perimetro del Distretto urbano del commercio di Monza. Spazio anche alle periferie. I diretti interessati esultano, ma sono scettici.

ortofrutta-bendin-mb (Copia)

Un’opportunità da conoscere, una speranza da valutare. Per ora, però, soprattutto un’iniziativa da accogliere con un pizzico di scetticismo. Questa, in sintesi e senza pretesa di fornire dati statistici, l’accoglienza dei commercianti di Monza all’accordo sul nuovo Duc (Distretto urbano del commercio) di Monza. Comune, Regione Lombardia, Confcommercio, Confartigianato e Camera di Commercio hanno deciso di allargare i confini dell’area entro la quale supportare e sostenere lo sviluppo dei negozi e delle botteghe artigiane. Ora nel perimetro di interesse, oltre al centro, ci saranno anche vie considerate più periferiche. Da via Bergamo a viale Romagna, da via Lecco a via Marsala. Fino a via Libertà e via Cavallotti. Che potranno beneficiare di bandi pubblici, agevolazioni e benefit per il sostegno

Domenico Riga

Domenico Riga

all’imprenditorialità. “E’ sicuramente una cosa interessante – afferma Alberto Bendin, uno dei titolari dell’Ortofrutta di famiglia in via Marsala – io, fino ad ora, non ho mai trovato bandi specifici per il mio settore. Sarebbe, ad esempio, molto utile agire sugli incentivi fiscali – continua – è assurdo che io, pur producendo solo scarti organici, debba pagare una tassa dei rifiuti cinque volte più alta di quella che paga un supermercato”.

L’unità d’intenti a livello istituzionale sembra una buona premessa. Che fa ben sperare per l’attuazione concreta dell’accordo. “Il dialogo aperto tra Regione Lombardia e associazioni dei commercianti è molto positivo – afferma Domenico Riga, Presidente dell’Unione Commercianti di Monza e circondario – devo dire che il Comune di Monza in questi ultimi anno ha saputo cogliere delle opportunità. Sicuramente, a prescindere dalla prossima amministrazione cittadina – continua – cercherò di accendere i fari sulle periferie perché creare maggiore vitalità economica migliora anche le condizioni di vita e la sicurezza di zone della città un po’ abbandonate”. I dettaglia del nuovo Distretto urbano del gelateria-ilranocchio-mb (Copia)commercio di Monza sono ancora da definire. Alcune tendenze, però, sono già qualcosa in più che dichiarazioni di intenti. Come il bando regionale Sto@2020. Che ad operatori del commercio, turismo, artigianato e servizi propone la possibilità di presentare manifestazioni di interesse a sostegno e per il rilancio delle attività imprenditoriali. “Si punta a contrastare la desertificazione delle attività commerciali nelle aree urbane – spiega Riga – si incentiva la sperimentazione di forme di rigenerazione urbana e, riferito in particolare al Duc, si promuove il recupero di spazi sfitti a destinazione commerciale ed artigianale”. 

Tra le vie che dovrebbero beneficiare dell’allargamento del Duc di Monza ci sono anche via Lecco e via Bergamo. Due arterie dalla grande tradizione commerciale. A due passi dal centro. Ma, per certi versi, lontane. “Abbiamo bisogno di opere di riqualificazione – afferma la titolare dello storico Panificio Santini di via Lecco – qui tanti negozi hanno chiuso o ridotto il numero di dipendenti. La crisi si sente tanto ed essere una via di passaggio, rispetto al centro pedonalizzato, probabilmente ci ha danneggiato ulteriormente. Anche le attività come la nostra – continua – vendono poco, le lavanderia-mb (Copia)persone hanno tagliato anche la spesa alimentare”. E, così. c’è chi dal 1989 ha pensato di organizzarsi ed unire le forze. Come i 70 negozi aderenti all’associazione Borgo Bergamo Monza. Che è promotrice di un mercatino e di una serie di eventi. Tra i suoi componenti c’è anche la gelateria “Il Ranocchio”. “Speriamo che il nuovo Duc possa essere utile – afferma Giusy, co-titolare dell’esercizio – noi, comunque, grazie all’associazione Borgo Bergamo non ci sentiamo maltrattati rispetto ai commercianti del centro. Anzi – continua – in generale siamo più tutelati rispetto ai colleghi di altre vie della città ed abbiamo un rapporto più diretto con le istituzioni”. Non tutti gli operatori, d’altro canto, si pongono la questione di come il nuovo Distretto urbano del commercio troverà realizzazione. “E’ da vedere quale sarà l’applicazione concreta, ma non mi interessa più di tanto – spiega Claudia Tagliabue, titolare della lavanderia Tre Stelle di viale Romagna – tra poco cederò l’attività e vado in pensione dopo 40 anni di lavoro”. Come direbbe Alessandro Manzoni, ai posteri l’ardua sentenza.

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