Cultura

Sale della comunità, il cinema che in Brianza resiste alla crisi

Viaggio nel mondo dei cinema parrocchiali, i nuovi presidi culturali della città. In programma oltre ai film hanno anche spettacoli teatrali, concerti e incontri culturali.

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Molti li chiamano ancora cinema parrocchiali, ma adesso sono le sale della comunità, strutture a metà fra il circolo culturale e la struttura pastorale. Proiettano film, organizzando incontri e propongono spettacoli teatrali. Sopratutto nelle periferie della grandi città e nelle cittadine di dimensioni contenute si stanno trasformando in veri e propri presidi culturali. In Lombardia ce ne sono 271, la più alta concentrazione d’Italia (807), distribuite sopratutto fra le Province di Monza e Milano. Mentre in città sale storiche come l’Astra di via Manzoni e o il centrale di piazza San Paolo sono sparite per sempre, gli ex cinema parrocchiali stanno vivendo una vera a propria primavera. Sebbene non esistano dati certi, Gli addetti di Acec, l’associazione esercenti cinema registrano un costante aumento d’interesse.

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I prezzi concorrenziali dei biglietti d’ingresso (la media è di circa sei euro) funzionano da richiamo, ma stando alle parole di don Gianluca Bernardini, presidente Acec Milano e referente per la Diocesi di Milano, chi le frequenta una volta, poi torna. “Pochi giorni fa ho ricevuto una mail di un padre di quattro figli – commenta don Gianluca -. Mi chiedeva la programmazione completa della sua zona. Il costo contenuto dell’ingresso è sicuramente un elemento di attrazione, ma abbiamo un pubblico affezionato che sta crescendo”. La sala della comunità è una punto d’incontro a metà fra piazza e chiesa.

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“L’idea che abbiamo di sala è di un luogo di incontro e di scambio – prosegue don Gianluca -, la programmazione cinematografica non include solo film, ma anche spettacoli teatrali, concerti e incontri”. La sala della comunità come luogo “cult”. Secondo don Gianluca, la parola che più ogni altra riassume meglio il loro punto di forza è resilienza, vale a dire trasformare la crisi in un’opportunità. Nonostante la presenza massiccia di volontari e la proprietà degli immobili, coprire i costi di gestione è però complicato, ma la sfida potrebbe essere resa più abbordabile dalla nuova legge sul cinema.

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In Brianza le sale della comunità sono numerose è molto attive. Arcore, Agrate Brianza, Muggiò, Nova Milanese e tante altre sono diventate un punto di riferimento per giovani e adulti, famiglie e single. Al cine teatro San Giuseppe di Brugherio, in provincia di Monza, le presenze del 2016 sono state 80 mila, a fronte di un volume d’affari di 700 mila euro l’anno. La sala della parrocchia di don Vittorino Zoia conta oltre 600 posti, 350 giorni di programmazione l’anno, quattro dipendenti part time e oltre 100 volontari. Una vera e propria azienda culturale.

“Variare la programmazione è la parola d’ordine – spiega Angelo Chirico, il responsabile -. Film nuovi e d’essai, spettacoli teatrali, incontri nel foyer, progetti con le scuole”. La polivalenza è la formula adottata anche dai volontari del cine teatro Excelsior di Cesano Maderno, che in tre anni sono riusciti a portare al cinema centinaia di bambini come le “cine merende”. “E’ stata un’idea di accesso – conclude Manuel Tarraso, il direttore-. Abbiamo iniziato con due appuntamenti a stagione e adesso sono 12”. Succhi di frutta, merendine e un bel cartone animato.

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