Politica

Puglisi: “Negro elevato a categoria morale”. Gaye: “farò il sindaco ad Arcore”

"Negro elevato a categoria morale". Ecco ecco servita la polemica. Le parole sono del consigliere Cristiano Puglisi (FI). Gli risponde il poeta e scrittore senegalese Cheikh Tidiane Gaye.

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Ad Arcore è bufera web dopo il post Facebook di Cristiano Puglisi, consigliere di Forza Italia. Le parole che hanno scosso politici e cittadini sono quelle del consigliere che critica l’attenzione rivolta agli immigrati, piuttosto che agli italiani in difficoltà. E parla di “negro elevato a categoria morale”. Apriti cielo.

Il post è questo: “Al telegiornale parlano di diversi senzatetto morti nelle ultime ore per il freddo. E il pensiero va ai finti profughi in hotel, alle rivolte per cibo e wi-fi, alle idiozie sui sindaci africani di Saviano, al negro elevato a categoria morale […]”, [in foto sotto.]

Tra le numerose risposte la reazione, rivelazione, del consigliere, poeta e scrittore di origine senegalese, Cheikh Tidiane Gaye: “Mi candiderò come sindaco di Arcore nel 2021”.

“Caro Puglisi, la parola NEGRO raccoglie quattro secoli di schiavitù e due di colonialismo. […] Mi candiderò come sindaco di Arcore nel 2021 e quando i miei figli mulatti saranno grandi spero – spero che qualcuno non chiamerà il loro padre NEGRO – saranno orgogliosi del padre che ha amato la terra brianzola”, ha concluso.

 

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Come è già ben chiaro a tutti, a scatenare il tam tam sul noto social network è stato soprattutto il termine “negro” utilizzato da Puglisi che spiega: “La parola “negro” è un concetto antropologico. Avessi voluto usarlo in senso dispregiativo avrei detto diversamente. Ma non è parte del mio modo di essere”.

“Inaccettabile – secondo il sindaco di Arcore Rosalba Colombo – l’idea che si debba fare una gerarchia delle sofferenze e che i sofferenti debbano essere gli uni contro gli altri”. A condannare il post anche alcuni assessori come Roberto Mollica Bisci e il consigliere di opposizione Carlo Zucchi.

La stessa Accademia della Crusca ha cercato di far luce sull’utilizzo di una parola giudicata, dalla maggioranza delle persone, dispregiativa: “Negro, nero e di colore sono stati utilizzati quasi come sinonimi fino agli anni Settanta. Negro, fra i tre, era certamente quello più storicamente attestato, più semanticamente pregnante. […] Veicolava giudizi di inferiorità.”.

Sempre sul sito dell’Accademia si legge: “è nella prassi che negro generalmente sia avvertito dai parlanti come offensivo, discriminante: sia da chi lo utilizza, consapevolmente, per insultare che per chi lo riceve come epiteto”.

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