Politica

Corecom contro il comune di Varedo: “L’incontro culturale fa propaganda”

Polemica tra Fronte del sì e amministrazione sulla presunta violazione della normativa sulla Par Condicio. Interviene

vergani

Doveva essere uno dei tanti incontri a sfondo culturale patrocinati dal comune di Varedo. Si sarebbe dovuto parlare di educazione infantile. E invece si è trasformato nel pomo della discordia che ha aizzato la polemica tra il Comitato per il Sì al referendum costituzionale e l’Amministrazione leghista varedese.

Stiamo parlando dell’evento intitolato “Per crescere un bambino ci vuole un villaggio. Problematiche al tempo del pensiero unico e dell’ideologia gender”, che ha fatto finire il sindaco Filippo Vergani sotto la lente di ingrandimento del Comitato Regionale per le Comunicazioni della Lombardia (CORECOM), l’organo che garantisce il rispetto dell’imparzialità politica di enti ed emittenti durante le campagne elettorali. All’amministrazione di Varedo viene contestata, per l’appunto, la presunta violazione della normativa sulla Par Condicio.

Ecco cosa è accaduto – Tenutasi il 29 novembre nella sala civica Minotti, l’iniziativa è stata promossa dal comitato “Difendiamo i nostri figli”, dalle associazioni LMPT Italia di Monza e AIDD Onlus e dal comitato “Famiglie per il No a referendum”.

E proprio la presenza all’incontro di quest’ultimo gruppo ha allarmato la coordinatrice del Fronte per il Sì, Laura Bosio, e il consigliere di “Uniti per Varedo” Stefano Zini, anch’egli sostenitore del sì alla riforma.

“Noi non ci permettiamo di mettere in discussione la legittimità delle argomentazioni di queste associazioni in tema di educazione infantile – ha spiegato ai nostri microfoni Laura Bosio -. Siamo totalmente contrari, ma rispettiamo il diritto di opinione e di riunirsi per parlarne. Quello che non accettiamo è che l’amministrazione, sotto le mentite spoglie dell’evento culturale, abbia patrocinato un evento con chiari fini di campagna elettorale. Ciò vìola la normativa sulla Par Condicio, che il comune è tenuto a rispettare. E il Corecom ci ha dato ragione”.

E infatti, l’organo di controllo regionale, riconosciute le violazioni, ha sollecitato il comune di Varedo a rimuovere dalle locandine dell’evento il proprio logo, ad annullare il proprio patrocinio all’incontro e a impedire la presenza dell’assessore all’istruzione Sonia Boccafoglia, che avrebbe dovuto presenziare al dibattito.

Sulla vicenda il sindaco Vergani minimizza: “Abbiamo fatto un errore in buona fede. Quando ci ha contattato il comitato “Difendiamo i nostri figli” non ci siamo accorti del logo delle “Famiglie per il No”. Il simbolo c’era, ma abbiamo pensato fosse collegato all’argomento del gender e non certo che si allacciasse alla campagna referendaria. Certo, come è giusto, la legge non ammette ignoranza. L’opposizione ha fatto il suo dovere e ringrazio. Abbiamo immediatamente seguito le disposizioni del Corecom e credo che la vicenda possa dirsi conclusa. Comunque ci assumiamo tutte le nostre responsabilità.

Ritirato il patrocinio del comune, che permetteva di usufruire della sala Minotti gratuitamente, ora l’affitto dell’aula dovrà essere pagato dalle associazioni organizzatrici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta