Attualità

Arrestato in Spagna venditore di opere d’arte: riciclava denaro sporco

Operazione congiunta internazionale. Preso mafioso che si arricchiva con il traffico di opere d'arte. Il vizio era di famiglia.

Carabinieri-polizia-stato-mb

Gianluca Landonio, 61enne pregiudicato latitante residente a Canegrate, sodale all’Ndrangheta di Reggio Calabria con infiltrazioni in Lombardia, è stato arrestato ieri sera dal Nucleo Catturandi dei carabinieri di Milano a Calafell (Spagna), in esecuzione di ordine di carcerazione emessa dalla Corte di Appello di Milano per impiego di denaro o beni di provenienza illecita e concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini erano iniziate anche grazie ai carabinieri di Monza.

L’uomo, a quanto si apprende dedito al riciclaggio di denaro sporco attraverso l’acquisto e la rivendita di opere d’arte di valore, tra cui Schifani e Modigliani
, era stato arrestato e sottoposto ai domiciliari nel 2008, a seguito di un’altra indagine, poi affidato in prova ai servizi sociali. A pochi giorni dalla sentenza della sua condanna rispetto a quel procedimento, Landonio era sparito. Le indagini dei militari, in collaborazione con le autorità spagnole, lo hanno individuato proprio mentre si apprestava a vendere un altro quadro di valore ad un acquirente partito dall’Italia.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori in collaborazione con due nuclei speciali della polizia spagnola, l’uomo a volte utilizzava la chat di facebook (presumibilmente per mantenere contatti) nonostante la sua pagina personale risultasse non attiva da diversi mesi.

Landonio era finito nei guai a seguito dell’inchiesta “Metallica” dei carabinieri di Milano, in collaborazione con il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, che aveva portato a sgominare un gruppo criminale che ruotava attorno alla figura di Giuseppe Onorato, boss del reggino con infiltrazioni in Lombardia. Il padre di Gianluca Landonio, Sergio, implicato nella medesima vicenda, fu arrestato e condannato per traffico di opere d’arte. I soldi del gruppo criminale, secondo gli inquirenti, passavano nelle sua mani. E’ inoltre ritenuto responsabile di una truffa ai danni del pilota italo-svizzero che nell’aprile del 2012 si schiantò contro il Pirellone a bordo del suo ultraleggero.

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