Politica

Referendum, l’onorevole Roberto Rampi (PD) voterà Sì. Ecco perchè

Sei domande per capire perchè voterà Sì il 4 dicembre. Ecco l’intervista.

roberto rampi

MBNews intervista in questi giorni precedenti al giorno del voto personalità note. Un viaggio tra chi è a favore e chi è contro.

Con il referendum costituzionale del 4 dicembre gli italiani sono chiamati a respingere o approvare la riforma Boschi-Renzi. I contenuti sono da mesi al centro del confronto e del dibattito sia dei partiti che degli esperti. Anche la Brianza si sta muovendo in tal senso, già da tempo si sono formati gli schieramenti del sì e del no, sono stati proposti dibattiti e convegni e tantissimi appuntamenti sono in programma proprio in questi giorni.

In sintesi: Il Ddl, definitivamente approvato lo scorso aprile, prevede la fine del bicameralismo perfetto tramite una profonda riforma delle funzioni del Senato, la riduzione dell’autonomia delle regioni e una serie di interventi minori, come l’abolizione del CNEL.

A loro abbiamo posto sei domande. A partire da oggi e a seguire nelle prossime settimane pubblicheremo le loro risposte.

On. Roberto Rampi (Commissione Cultura, Ricerca, Istruzione Camera dei Deputati) voterò “Sì” al referendum, ecco perché.

1) Il Parlamento e la fine del bicameralismo paritario. Un bene o un male?
Un bene. È l’essenza della domanda cui rispondere Sì: una sola Camera rappresentativa della volontà dei cittadini come in tutti gli altri Paesi del mondo. Tempi più rapidi, basta forzature, decreti, riduce e maxiemendamenti. Su questo sono tutti d’accordo e allora non perdiamo questa occasione.

2) Cambieranno i poteri del Governo. La riforma porterà a una maggiore governabilità?
Non cambiano i poteri. Ma con una sola Camera che vota la fiducia i Governi saranno più stabili e rappresentativi dei cittadini. Con il Sì finisce l’epoca delle maggioranze costruite dopo il voto e delle larghe intese.

3) Quale impatto ha la riforma sul rapporto Stato-Regioni?
Con il Sì finisce l’attuale permanente conflitto di competenze. Le regioni virtuose potranno avere anche più poteri di oggi. Il nuovo Senato sarà la Camera delle autonomie.

4) La riforma porterà vantaggi economici?
Un Paese che funziona e che non impiega anni per approvare le leggi e con meno incertezze è un Paese in cui ha più senso investire. Questo è il vantaggio economico più importante, più dei risparmi e dei tagli dei costi che comunque ci sono.

5) Nell’accoppiata Italicum e riforma costituzionale si ha uno spostamento dell’asse istituzionale a favore dell’esecutivo?
Direi proprio di no. Anzi. Diventano più chiari i ruoli del Parlamento e del Governo.

6) Grazie all’introduzione del referendum propositivo e alle modifiche sul quorum referendario migliora la qualità della democrazia?
Si aprono altri spazi. E soprattutto si evita che referendum e raccolte di firme per le leggi cadano nel vuoto o finiscano nel nulla per mancanza di quorum.

 

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