Politica

La “reunion” della Camera di commercio di Monza fa il pieno di ricorsi

A quello presentato dai sindacati, si è sommato il ricorso "ad aiuvandum" presentato dalla Provincia. Domani, martedì 8 novembre, il Tar deciderà per la sospensiva.

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L’operazione di accorpamento delle Camera di commercio di Milano, Monza e Lodi continua a non piacere. In Brianza men che meno. A poche ore dall’udienza del Tar Lombardia (martedì 8 novembre) per discutere la richiesta di sospensiva dell’iter avanzata da Cgil, Cisl e Uil, si è infatti aggiunto il ricorso “ad aiuvandum” della Provincia di Monza, gemmato dalla mozione firmata la scorsa estate dall’assemblea dei 55 sindaci brianzoli. Quello varato da via Grigna è vero e proprio intervento di sostegno, mirato a congelare l’iter avviato alla fine di luglio dai due enti nonostante sul territorio venissero già all’epoca registrate parecchie perplessità.

“La Provincia appoggia l’azione legale promossa dalle organizzazioni sindacali per difendere la piena autonomia della Brianza”, spiega il Presidente della Provincia Mb, Gigi Ponti, sommando la sua voce a quella dei segretari di Cgil, Cisl e Uil, che da mesi sottolineano illegittimità dell’operazione. Sotto accusa anche l’iter lampo, la logica privatistica con cui sarebbe stata gestita l’intera partita, il dettaglio non trascurabile che Monza e Brianza potrebbero stare tranquillamente per conto loro e, infine, il fatto che la definizione delle Aree vaste non sia stata ancora compiuta.

La Provincia bolla “la renunion” delle Camere di commercio come un ritorno al passato deciso dopo nove anni di autonomia, durante i quali la Brianza ha mostrato di stare in piedi da sola: 90.000 attività economiche registrate, 156 imprese per kmq, un export che nel 2015 ha superato i 9 miliardi di euro e una storia da primato radicatasi e sviluppatasi velocemente grazie a una forte coesione di pensiero e di azione condivisa tra tutti i soggetti istituzionali, le rappresentanze sociali e l’associazionismo brianzolo.

“Decisioni affrettate precluderebbero una riorganizzazione dei servizi ordinata ed efficace, nonché la coerenza territoriale tra la futura area vasta e l’operatività dei soggetti intermedi che esercitano importanti funzioni sociali ed economiche, in grado di determinare la competitività complessiva del sistema Brianza”.

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