Salva la data: 8 gennaio 2017, il giorno delle prossime elezioni provinciali. Letta senza prestarci troppa attenzione, la frase potrebbe non suscitare grandi reazioni. Tuttavia, a una più attenta valutazione, balza all’occhio quella che potrebbe essere l’ultima elezione Provinciale della Brianza. E’ vero: saranno elezioni di secondo livello, vale a dire che i nuovi consiglieri non saranno scelti dai cittadini, ma dai sindaci, ma rimane comunque la suggestione: dopo otto anni scarsi e tre turni elettorali, la Brianza potrebbe essere chiamata per l’ultima volta a esprimere le sue preferenze. O forse no.
L’indicazione della data, pubblicata sul sito della Provincia, ha infatti animato in pochi secondi una nuova polemica su una delle tante contraddizioni che stanno dilaniano la politica italiana: le Province avrebbero dovuto essere state abolite nel 2014, col decreto Del Rio, ma nonostante un’apposita legge sono ancora fra noi. Di più: fra pochi giorni sarà rinnovato il consiglio. Come dire: al netto dei noti problemi economici che affliggono i bilanci, sono vive e vegete.
Attenzione, però, perché il colpo di scena è dietro l’angolo. Perché sono sì vive, ma la loro condizione è simile a quella dei condannati a morte. La cancellazione ufficiale e definitiva dovrebbe avvenire dopo il referendum del 4 dicembre, ovviamente solo a patto che si voti sì. O forse no. Perché c’è chi, a ragione o a torto, sostiene che cambieranno solo nome. Via la vecchia dicitura per fare spazio, sembra, a quella di Area vasta. Tutto chiaro? Proprio per niente dal momento che in molti sostengono la tesi secondo la quale l’Area vasta non avrà niente a che vedere col vecchio ente provinciale a conduzione prettamente politica. Lo diciamo con voce dolente: chi ci capisce qualcosa è bravo.
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