Cultura

Brugherio, folla per de Pisis, “un artista pieno d’amore” che visse in città

È stato definito il fiore all'occhiello delle manifestazioni per il 150° anniversario di fondazione del Comune di Brugherio.

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È stato definito il fiore all’occhiello delle manifestazioni per il 150° anniversario di fondazione del Comune di Brugherio. Effettivamente la mostra “Il colore e la parola” dedicata all’artista Filippo de Pisis è un evento di cui la cittadina brianzola può andare ben fiera.

L’esposizione dedicata al pittore, ma non solo questo, di Ferrara era doverosa avendo de Pisis trascorso gli ultimi sette anni della sua esistenza proprio a Brugherio, in Villa Fiorita, l’attuale Municipio. Come ha sottolineato il sindaco Marco Troiano, però, “non era doveroso allestire una mostra su de Pisis solo perché aveva vissuto a Brugherio, ma perché importante per la comunità. Era necessaria una mostra su di lui per quello che questo artista ha provocato nella storia della città, perché è dalla sua presenza che è scaturito il filone artistico brugherese. Con questa mostra speriamo che de Pisis torni da noi, torni a ripercorrere le strade della città che l’ha ospitato durante gli anni della malattia”.

 

brugherio-valli-troiano-bartolena-fettolini-mbFilippo de Pisis, abbreviazione di Luigi Filippo Tibertelli de Pisis, accettò di farsi ricoverare in Villa Fiorita nel 1949 per una probabile forma di ipertensione. Ai tempi, però, le cliniche trattavano la sua patologia con pratiche da manicomio: pertanto gli elettroshock e le continue somministrazioni di insulina gli cagionarono la morte nel 1956, a un mese e 9 giorni dal suo 60° compleanno.

L’artista emiliano, di famiglia nobile e agiata e dotato di un talento versatile e creativo e di una particolare inclinazione artistica, conobbe nel 1916 maestri del calibro di De Chirico, Savinio e Carrà, in quanto commilitoni a Ferrara, che lo influenzeranno profondamente. Nel 1926 si trasferì a Parigi, la sua città ideale, dove rimase fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e dove la sua pittura acquisì quella cifra stilistica che distinguerà poi tutta la sua produzione portandolo ad essere uno dei grandi protagonisti della scena artistica italiana dello scorso secolo.
Di ritorno dalla Francia si trasferì a Milano fino a quando il suo studio venne distrutto dai bombardamenti. Seguì il suo periodo veneziano: nella città lagunare rimase fino al 1948, quando si presentarono i primi sintomi della malattia, probabilmente aggravati dalla delusione di non essere stato premiato alla Biennale di Venezia a causa della sua omosessualità, ai tempi decisamente intollerata. Nel 1949 venne ricoverato a Villa Fiorita, nella cui serra (tutt’ora utilizzata come spazio per iniziative socio-culturali dal Centro diurno per anziani) gli venne allestito una specie di studio, dove il pittore continuò a dipingere quadri e acquarelli fino alla sua scomparsa.

brugherio-de-pisis-pubblico-mbL’assessore alla Cultura, Laura Valli, ha evidenziato che “il 2016 non è solo l’anno del 150° di fondazione del Comune di Brugherio, ma anche il 120° anniversario della nascita di Filippo de Pisis e il 60° della sua morte, nonché il 20° anno successivo all’ultima mostra dedicata all’artista ferrarese, che in quell’occasione fu ricordato per i capolavori del dolore realizzati proprio nella nostra città. Qui ha lasciato molte tracce di sé, anche come uomo e come poeta. Con questa mostra abbiamo voluto dare un’immagine a tutto tondo di de Pisis. Abbiamo riprodotto tutta la carriera artistica con l’aiuto anche di un video. È un taglio che abbiamo chiesto noi ai curatori de ‘Il colore e la parola’. Vent’anni fa si era sorvolato sulla sua omosessualità: oggi è tempo di parlare anche di questo aspetto della sua personalità”.

 

brugherio-pubblico-mbCuratrice della mostra è Simona Bartolena dell’associazione Heart–pulsazioni culturali: “Non bastava esporre i suoi quadri per dare un’idea dell’arte di de Pisis. Bisognava dare un taglio diverso alla mostra. Siccome lui si considerava più poeta che pittore, a tal punto che affermava di venire dietro in Italia solo a Giovanni Pascoli e a Guido Gozzano, siamo andati a recuperare i suoi scritti, peraltro non solo poesie ma anche resoconti della vita di tutti i giorni. Abbiamo scoperto che sono strettamente legati, non si possono separare gli uni dagli altri. Infatti lui diceva che alcune sue opere non erano che ‘una specie di canovaccio’ delle sue poesie. Un’altra scelta che abbiamo fatto è quella di sviluppare il percorso espositivo non cronologicamente ma per tematica. Dunque c’è la parte dedicata alla natura, che lui amava  (studiava fiori e piante in maniera scientifica al punto che il suo lavoro è conservato nell’Erbario di Padova e aveva l’ossessione per il bello ed effimero come le farfalle), quella con le vedute di Venezia e Parigi, due città che hanno accompagnato la sua esistenza (e dove ancora qualcuno lo ricorda mentre dipingeva attorniato dalla gente col pappagallo Cocò sulla spalla), quella cupa del periodo brugherese, dove emerge il tormento e il dolore, e quella dei ritratti, col capolavoro che ritrae il pittore Felice Carena. Si nota che dagli inizi della sua carriera in avanti la sua pittura diventa sempre meno particolareggiata e sempre più definita con tocchi, pennellate, una tecnica assorbita in Francia. Lui ritrae le emozioni di un istante. A volte si tratta di quadri metafisici, anche se perlopiù è considerato un post-impressionista, però la realtà è che de Pisis è stato emarginato pure dalla storia dell’arte, perché difficilmente collocabile in una corrente artistica. Brugherio ha vissuto la sua presenza un po’ con diffidenza: lo considerava come il ‘folle del villaggio’: speriamo che con questa mostra, costituita principalmente da 27 quadri provenienti soprattutto da collezioni private, si ami di più questo artista”.

Il co-curatore scientifico, il brugherese Armando Fettolini, ha definito Filippo de Pisis “un artista pieno d’amore”. Un giorno si dimenticò un quadro a Notre Dame de Paris e tornato in chiesa non lo ritrovò più. Invece di disperarsi commentò sereno che sperava di essersi fatto un nuovo amico… Aveva una visione romantica di tutto”.

Curiosamente de Pisis è molto imitato dai falsari. Le opere esposte a Brugherio sono tutte autenticate dall’Associazione de Pisis: tra l’altro quattro di queste appartengono a due famiglie diverse di Brugherio, mentre il quadro “Brugherio sotto la neve” è di un collezionista di Vicenza.

Alla conferenza stampa di sabato ha fatto seguito l’inaugurazione della mostra, alla quale hanno assistito circa 200 persone. Per visitarla basta recarsi alla Galleria Esposizioni di Palazzo Ghirlanda Silva, sede della Biblioteca civica, in via Italia 27 a Brugherio. La mostra sarà aperta al pubblico sino a domenica 11 dicembre nei seguenti orari: da martedì a domenica (compreso il giovedì festivo dell’8 dicembre) dalle 15 alle 19 e la domenica anche dalle 10 alle 12.30. Sono previste visite guidate con la curatrice Simona Bartolena domenica 20 novembre alle ore 18 e domenica 4 dicembre alle ore 17. Per informazioni e per prenotarsi alle visite guidate bisogna telefonare allo 0392893214 o inviare una e-mail all’indirizzo di posta elettronica cultura@comune.brugherio.mb.it.

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