Attualità

Emergenza profughi a Monza: “Signor sindaco, non faccia come Totò”

La commedia all'italiana impazza in Consiglio comunale. Dopo la supercazzola di Amici Miei, lunedì sera la Lega ha citato un altro celebre film: "Totòtruffa '62"

tototruffa 62 - mb

Dalla supercazzola in perfetto stile Amici Miei a “TotòTruffa ’62”, dove il principe De Curtis si rese protagonista di una delle truffe più famose del mondo del cinema. Da qualche giorno a questa parte in Consiglio comunale le metafore prese a prestito dalla commedia italiana stanno facendo furore. Il tema di discussione è lo stesso della settimana passata: la questione profughi di via Asiago, che sta mettendo in seria difficoltà la giunta di centro sinistra guidata da Roberto Scanagatti.

Il nocciolo della questione è dove alloggiare quei circa cento ragazzi immigrati che da un anno stanno rendendo parecchio complicata la vita alle famiglie residenti. La proposta avanzata dall’amministrazione è stata di utilizzare il vecchio ospedale di via Solferino, fino a un anno fa parzialmente occupato dall’Università Bicocca di Milano, ma adesso abbandonato e messo in vendita. L’idea, tuttavia, ha scatenato un putiferio, anche in Consiglio comunale, dove il consigliere della Lega, Alberto Mariani, ha puntato l’indice contro il primo cittadino accusandolo di volere fare come Totò nel celeberrimo film girato con Nino Taranto, dove vendette la fontana di Trevi a un credulone turista americano.

“Il sindaco se ne lava le mani e scarica tutto su Regione Lombardia avanzato l’ipotesi di usare il vecchio ospedale – ha spiegato l’esponente del Carroccio Mariani -, ma il sindaco sa molto bene che questo immobile è in vendita e che è stata aperta asta. Non faccia come Totò che vendette la fontana di Trevi senza esserne il proprietario”. Una settimana fa era toccato al consigliere di Forza Italia, Martina Sassoli. Di fronte a una frase ambigua del sindaco sempre in relazione alla questione profughi, aveva sbottati così: “Ma signor sindaco, mi sta fecondo una supercazzola?”. (Leggi qui)

A questo punto una cosa appare chiara: al di là del credo politico o della conoscenza della macchina amministrativa, i consiglieri comunali stanno facendo sfoggio di una cultura cinematografica d fare invidia al Morandini.

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