Gav Villasanta: approfondimento sulle nebulose

Una Nebulosa è un insieme di polvere, idrogeno e plasma. Originariamente il termine nebulosa veniva impiegato per indicare un qualsiasi oggetto astronomico di grandi dimensioni.

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Una Nebulosa è un insieme di polvere, idrogeno e plasma. Originariamente il termine nebulosa veniva impiegato per indicare un qualsiasi oggetto astronomico di grandi dimensioni diverso quindi da stelle, pianeti, comete e comprendeva anche quelle che oggi sono note come galassie. Successivamente migliorando la strumentazione ci si è accorti che le galassie erano diverse dalle nebulose perché contenevano tantissime stelle.

Le nebulose possono essere diffuse (a emissione o a riflessione), oscure, planetarie e residui di supernove.

La maggior parte delle nebulose è diffusa: sono molto estese e non hanno dei confini ben definiti. Nella luce visibile queste oggetti possono essere suddivisi in nebulose a emissione e in nebulose a riflessione in base a come viene creata la luce che vediamo. Le nebulose a emissione contengono gas ionizzato (per la maggior parte idrogeno ionizzato) che produce linee spettrali di emissione. A differenza delle nebulose a emissione, quelle a riflessione non producono luce visibile a sufficienza, ma riflettono invece la luce delle stelle nelle vicinanze.

La NGC7000 o nebulosa “Nord America” è una delle più caratteristiche; purtroppo non può essere scorta se non con grandi telescopi, ma si può comunque catturare in fotografia (assieme alla nebulosa “Pellicano”) con obiettivi a corta focale data la sua grande estensione nella costellazione del Cigno, vicino alla stella Deneb (α Cyg). Questa zona è molto ricca di nebulose proprio perché si trova in direzione del centro della nostra galassia. Altre nebulose che possono essere viste da cieli bui anche con semplici binocoli sono la M8 (Laguna) vicino alla M20 Trifida, la M17 (Ferro di Cavallo o Omega) entrambe nel Sagittario e la M16 (Aquila) nel Serpente.

La nebulosa oscura è simile alla nebulosa diffusa, ma non è visibile per la propria luce emessa né per la luce riflessa. Esse si manifestano come delle nuvole nere che si stagliano come delle silhouette di fronte a stelle più distanti o nebulose a emissione. E queste sono molto difficili da osservare e fotografare (la più famosa è la “Testa di Cavallo” in Orione, ma è una costellazione invernale e la vedremo nei prossimi mesi.

Le nebulose planetarie sono nebulose che si formano da stelle delle dimensioni del nostro sole che sono arrivate alla fine della loro esistenza. Finito di “bruciare” il combustibile si trasformano in nane bianche e rilasciano un anello di gas intorno ad esse. La più famosa è la M57 “anulare” nella costellazione della Lira, sopra le teste in questi giorni. Molto graziosa anche in piccoli telescopi ma, come quasi tutte la planetarie, molto piccola per essere osservata con semplici binocoli.

Nebulose da residuo di supernova sono create da stelle di massa superiore al nostro sole che, arrivate alla fine della loro esistenza, espellono con forza gran parte del materiale e si riducono a stelle di neutroni. Al termine della fusione nucleare che avviene nel nucleo, la stella collassa su se stessa. Il gas che sta cadendo può rimbalzare oppure si può surriscaldare espandendosi verso l’esterno, causando l’esplosione della stella. Ciò che rimane è una stella con massa simile al sole di diametro di qualche km. La più famosa del nostro emisfero è la M1 “nebulosa Granchio” nella costellazione del Toro osservabile in questo periodo con telescopi verso la mezzanotte; sarà un target per i prossimi mesi.

Cieli sereni a tutti

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