Ambiente

Monza, pedalare in sicurezza al Parco: i cittadini chiedono la ciclabile in Viale Cavriga #Video

Viale Cavriga è una delle vie più trafficate di Monza, ma è anche la strada che attraversa il Parco di Monza.

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E’ estate e il Parco di Monza accoglie frotte di visitatori. Ma un vecchio intramontabile problema torna a far discutere e non smette di preoccupare molti frequentatori del nostro beneamato polmone verde. Stiamo parlando  della viabilità ciclo-pedonale su Viale Cavriga, resa ad oggi ancora insicura dalla poca distanza tra la banchina esterna e la carreggiata per le automobili.

Un’insicurezza che danneggia tutti: chi corre, passeggia, o va in bicicletta e rischia di essere investito, mentre chi guida deve fare ancor più attenzione ai passanti.

mb.vialecavriga10Ciò che più stupisce, è come per un intervento apparentemente così semplice, da anni non si riesca a trovare una soluzione in grado di mettere tutti d’accordo: ciclisti, pedoni e automobilisti. Una strada pericolosa e pericolante, quella dove viaggia la mobilità lenta, su cui non è possibile circolare in completa tranquillità.

“Abbiamo pochi margini di manovra su quella che è la gestione del traffico all’interno del parco – ci spiega l’assessore alla Mobilità cittadina  Paolo Confalonieri – Inoltre la nostra amministrazione ha già provveduto a ridurre i limiti di velocità su tutto il viale. L’unica cosa che potremmo ancora fare è portare il limite da 50 a 30 Km/h. Per il resto credo si possa fare poco, anche perché penso ci siano questioni ben più importanti da affrontare”.

Questa strada viene percorsa da 15mila autovetture al giorno, che rappresenta quindi un striscia di asfalto di vitale importanza per gli automobilisti monzesi e non. Oltre al notevole numero di veicoli circolanti, su viale Cavriga passano anche moltissimi corridori, poiché l’ironia della sorte ha voluto che i percorsi di corsa certificati da Reale Mutua confluiscano tutti sul rettilineo in questione.

mb-vialecavriga8Ignorare quelle criticità che da sempre rendono insicuro il Viale, ci sembra per questo motivo del tutto fuori luogo. Una delle problematiche maggiori riguarda il passaggio all’altezza del ponticello situato alla metà del viale. In quel punto la distanza tra auto e runner o ciclisti si riduce totalmente, alzando ancora di più il livello di rischio di incidenti.

Se da una parte la si ritiene una complicazione superflua, dall’altra c’è chi pensa che la ciclabile fatta e finita potrebbe essere un accorgimento da mettere in agenda, come intuiamo dalle dichiarazioni in merito rilasciateci da  Roberto Scanagatti. Il sindaco parla di “proposta valutabile –, aggiungendo inoltre – Sarebbe bello poter chiudere definitivamente l’accesso alle automobili, così la gente potrebbe girare liberamente su una pista che di fatto già esiste”.

Le parole di Scanagatti sono pressoché le stesse che usa Massimo Benetti, ex presidete di Monzainbici. “Noi non vogliamo la ciclabile. Realizzarne una nel parco, che per antonomasia è ad uso e consumo dei pedoni e dei ciclisti, mi sembra francamente inutile – ci rivela Benetti- Noi di Monzainbici proponiamo da diverso tempo una chiusura totale al traffico in fasce orarie, dalle 10 alle 17. Per testare l’efficacia della nostra proposta è necessario però un periodo di prova sufficiente per misurare gli eventuali effetti collaterali legati sulla mobilità cittadina”.

MBNews ha deciso di chiedere un’opinione al riguardo anche ai frequentatori del nostro angolo di verde. La maggior parte degli intervistati si è schierata a favore della pista ciclabile su Viale Cavriga, possibilmente non in cemento ma progettata con altri composti naturali. C’è poi chi si è schierato sulla stessa linea di Benetti, proponendo una chiusura totale del traffico all’interno del parco, e infine chi non ritiene la questione realmente rilevante.

Per la cronaca è giusto ricordare che recentemente non si sono verificati gravi incidenti, che in particolare hanno coinvolto ciclisti o pedoni. Speriamo che per la realizzazione di quest’opera ritenuta fondamentale dai cittadini, non venga fatta solo a seguito di qualche tragedia.

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