
Dolore, silenzio: l’arrivo delle vittime di Nizza a Malpensa
Dolore composto, silenzio e l’afa hanno accompagnato l’atterraggio delle salme di Angelo D’Agostino e della moglie Gianna Muset (coniugi di Voghera), e di Mario Casati e della compagna Maria Grazia Ascoli, residenti a Milano anche se Casati era originario di Besana Brianza.
Loro, insieme allo studente italo americano Nicolas Leslie e Carla Graveglio (originaria di Cuneo la cui salma è rimasta in Francia in attesa che la figlia venga operata), sono morti lo scorso 14 luglio insieme ad altre settantanove persone, uccisi dalla furia di un presunto improvvisato terrorista.
Ad attendere l’arrivo delle salme dei nostri connazionali, sono arrivati il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola, il Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Beppe Sala. Schierati sulla pista circa una quarantina di familiari dei quattro lombardi uccisi, hanno pianto sommessamente mentre le bare, avvolte nel tricolore, sono state fatte scendere dal velivolo e posizionate all’interno di quattro carri funebri, per poi ricevere la benedizione del cappellano di Malpensa Don Ruggero Camagni.
Straziante infine, la scena dell’ultimo abbraccio ai feretri, anche per quella parte di familiari delle vittime che ne hanno accompagnato il volo di rientro in Italia, dopo essere corsi a Nizza nella speranza di trovarli ancora vivi e, in un secondo momento, per il drammatico onere del riconoscimento.
Abbracci e baci alle bare, carezze alle bandiere, gesti di conforto tra parenti delle quattro vittime, hanno chiuso uno dei momenti più drammatici del nostro paese, nelle ultime settimane.