Cultura

Il 24 giugno uscirà The Monza Sonnets: la raccolta che dichiara amore per Monza

Il 24 giugno uscirà The Monza Sonnets, una raccolta di ben 27 sonetti i quali andranno a celebrare tutti i luoghi d'interesse e personaggi, più o meno conosciuti, di Monza.

The-Monza-Sonnets-Ornaghi

Non potrà che cadere il prossimo 24 Giugno (festa patronale di San Giovanni Battista) l’uscita di The Monza Sonnets, silloge di ventisette sonetti scritti da Renato Ornaghi, uniti dal medesimo fil rouge: una variegata rassegna di luoghi e persone legati alla città monzese.Alcuni di questi noti e peraltro facilmente intuibili (la Villa reale, la Cappella espiatoria, l’Autodromo, il Museo del Duomo, il Parco, il Lambro, il Villoresi, Gaetano Bresci, Marianna de Leyva),altri invece del tutto inaspettati: luoghi e persone da scoprire,o quantomeno da riscoprire. Valga da esempio per tutti questi,il lungo e seminascosto viale alberato nel Parco di Monza che Renato Ornaghi ha battezzato la Cattedrale, al quale egli ha dedicato non una, ma ben tre delle sue liriche (una Cattedrale che, ovviamente, nulla ha a che vedere col Duomo di San Giovanni).

The Monza Sonnets, pubblicato da Renato Ornaghi nel 200° anniversario dello status di Città proprio al fine di celebrarne l’importante genetliaco, intende inaugurare a Monza (sono parole sue) il genere letterario della geopoesia, di una poesia cioè intrinsecamente legata a specifici luoghi fisici di un dato territorio. Nel caso in specie, geo-referenziata alla realtà monzese a tal punto che all’indice del libro viene data una vera e propria mappa della Città, sulla quale è indicato il luogo preciso in cui ognuna delle ventisette liriche è collocata.

E nonostante le tinte crepuscolari (se non a volte cupe) di molti dei ventisette sonetti, The Monza Sonnets è a tutti gli effetti una dichiarazione d’amore per Monza, Ville Lumière insubre che – secondo Renato Ornaghi – è l’unica possibile capitale, la città-bussola necessaria per orientarsi nelle fluttuanti lande del Brianzashire, terra questa che nel corso dei secoli non ha mai avuto la fortuna di essere incardinata a una storia unitaria. Monza dunque capitale di una Brianza “piccola Patria” senza unità amministrativa, non luogo della penisola e tuttavia suolo che per Ornaghi è davvero humus dei padri, vivo e pulsante nel suo cuore di indigeno.

Ornaghi spiega bene nell’introduzione il perché di questa raccolta di sonetti dedicata a Moedicia, un perché motivato dal suo discendere da un avo cittadino monzese: il nonno materno Carlo, che sul finire del XIX Secolo dovette a malincuore e per sempre lasciare la sua Monza. The Monza Sonnets testimonia pertanto un vincolo di sangue,prima ancora che d’ amore per la Città;un debito di affetto che-per conto del nonno-Renato Ornaghi con questo libro vuole saldare insieme alla figlia Sophie, l’autrice dei ventisette scatti fotografici in bianco e nero che accompagnano e – se possibile – decifrano ancor meglio i luoghi-sonetti nella silloge.

Ma il libro non finisce qui. Perché in appendice ai Sonnets Renato Ornaghi dichiara in modo originale le ragioni metriche adottate nella scrittura dei suoi sonetti, con scelte che trovano le radici nella prosodia di un grande poeta lombardo del XX Secolo: Giovanni Raboni. Si potrà allora dire,magari esagerando,o magari anch eno,che con The Monza Sonnets Renato Ornaghi si pone idealmente nel solco della cosiddetta linea lombarda (della quale Raboni è stato esponente tra i più autorevoli),con una poetica civile mescolata ai contenuti della sua terra e in particolare alle storie esistenziali dei suoi abitanti più emarginati, scapigliati nel senso più ampio del termine. Una poetica quella di Renato Ornaghi che, soprattutto, rende tributo a chi ha messo in gioco la propria vita, sacrificandola in ragione di un bene più grande: la dignità e la libertà sua, ma anche di tutti noi.

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