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Processo penale minorile? Sì alla conciliazione, ma il progetto rischia la chiusura

Il progetto che eviterebbe ai minori che hanno commesso illeciti penali lievi di fare un processo e di accedere alla conciliazione rischia di saltare.

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“Bruciare i tempi”, il protocollo firmato dalla Procura Minorile di Milano, Arma dei carabinieri e assistenza sociale (cooperativa Offertasociale di Vimercate), e che ha permesso di evitare le lungaggini di un processo penale a giovanissimi responsabili di reati definiti “lievi”, in virtù della conciliazione, rischia la chiusura per mancanza di fondi.

A darne notizia é la cooperativa che ha lanciato il progetto. “Abbiamo davvero reso un servizio utile per il recupero dei ragazzi e anche il riconoscimento delle vittime dei reati – spiega Elena Giudice di Offertasociale – ora serve che il progetto riceva fondi per camminare da solo”.  La conciliazione in ambito penale minorile ricalca quella civile, ovvero evita le lungaggini di un procedimento penale intervenendo in tempi rapidi sui minori responsabili di reati minori (ad esempio atti di vandalismo), grazie all’intervento dei servizi sociali e la partecipazione delle vittime.

“Un progetto che meriterebbe di proseguire a livello nazionale, a Como gli assistenti sociali hanno manifestato l’interesse ad avviarlo – spiega il Procuratore Capo pressi il Tribunale dei Minorenni di Milano Ciro Cascone – mentre su Monza e Milano rischia di chiudere. Non abbiamo inventato nulla di nuovo, ci siamo solo inventati la normalità. Lo Stato dovrebbe investire di più in queste soluzioni,  siamo certi di essere intervenuti in alcuni casi dove, senza questo tipo di recupero, alcuni ragazzi sarebbero finiti male”. Il progetto Bruciare i Tempi è iniziato formalmente con la firma del protocollo operativo tra Arma Carabinieri, Offertasociale e Procura dei  Minorenni, ad inizio febbraio 2015, coinvolgendo tutta la provincia di Monza e Brianza e i Comuni del circondario di Pioltello, che ci sono entrati con risorse proprie. La formazione sul tema della conciliazione territoriale ha coinvolto circa 40 carabinieri e 20 operatori sociali.

“Mediamente nella provincia di Monza vengono segnalati circa 150 ragazzi minorenni per reati penali all’anno – spiega Elena Giudice – circa 110 restano a piede libero e quindi e quindi segnalati agli Enti Locali. In un anno e tre mesi abbiamo risolto con una conciliazione la maggior parte di esse”. Tra febbraio 2015 e aprile 2016, con le conciliazioni, la media intercorsa tra denuncia e segnalazione ai servizi sociali é stata di 40 giorni, contro circa otto mesi di un processo penale.  Per 43 casi la Procura ha richiesto la chiusura del procedimento penale a seguito del lavoro dei servizi sociali e per altri 27 ha richiesto il rinvio a giudizio anche se per loro i progetti di recupero non sono stati interrotti ” per noi è un dato molto importante, i tempi sono stati letteralmente abbattuti – prosegue Giudice – delle situazioni per cui la Procura ha richiesto la chiusura del procedimento penale, un gruppo di 9 e un gruppo di 4 giovanissimi hanno conciliato con i sindaci dei comuni la remissione di querela a seguito della attività riparative attivate nella comunità (pulizia parchetti e ripristino con imbiancatura aree comune)”. A dare il via al progetto la conciliazione tra tre ragazzi e un agricoltore al quale avevano danneggiato l’azienda, a Vimercate.

“Al momento si stanno attivando altre  tre conciliazioni che riguarderanno circa una decina di  ragazzi – conclude Giudice –  I ragazzi rinviati a giudizio per la maggior parte stanno svolgendo anche attività riparative che hanno però necessità di durare almeno alcuni mesi, per supportare i ragazzi e aiutarli a capire quali siano le loro capacità e come mai sono scivolati nell’illegalità. É un peccato che per mancanza di fondi il progetto rischi la chiusura”.

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