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Monza, tagli al servizio scuolabus: scoppia il caso

Se da una parte l'amministrazione deve fare i conti con la spending review, dall'altra ci sono le mamme e i papà che difendono a spada tratta il servizio.

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Monza, tagli al servizio scuolabus: scoppia il caso. A sollevare la questione sono un gruppo di genitori degli alunni che frequentano alcuni degli istituti presenti in città. Se da una parte l’amministrazione deve fare i conti con la spending review e le leggi regionali, dall’altra ci sono le mamme e i papà che difendono a spada tratta il servizio.

Questi ultimi hanno così deciso di fare quadrato dando vita a un sito internet, con annessa pagina Facebook, al quale hanno dato il nome di “Salviamo il servizio scuolabus a Monza”. «Dall’anno prossimo, con un tratto di penna, gli scuolabus saranno riservati “ai soli residenti nel bacino d’utenza della scuola“, escludendo proprio chi ne ha più bisogno, ovvero chi abita più lontano dalla scuola, anche se magari fino a ieri aveva una fermata sotto casa. – spiega Michele Furiosi, portavoce del gruppo di genitori – Viene invece mantenuta la regola che bisogna abitare oltre gli 1,3 km dalla scuola, regola destinata a avvantaggiare proprio chi abitava più lontano. Peccato che Monza sia una città piccola, con dei bacini d’utenza piccoli, anche meno di questa distanza. Quindi gli autorizzati a utilizzare il servizio, se esistono, si conteranno sulle dita di una mano, tra i meno interessati. Si tratta quindi di un’abolizione de facto: gli autorizzati sono pochi e poco interessati, le richieste saranno ancora meno, il servizio verrà dichiarato inutile e tagliato senza rimpianti, tranne quelli di chi ne avrebbe avuto veramente bisogno. Non affermo che la cosa sia stata pianificata, ma un ufficio tecnico che fa questo di mestiere dovrebbe avere presenti le conseguenze devastanti di questa piccola clausola. 800 bambini che li usano ogni giorno rischiano di restare a piedi».

Dal comune l’assessore all’Istruzione, Rosario Montalbano ha spiegato: «Incontreremo una delegazione di genitori proprio domani (oggi per chi legge) ma quello che che si è creato è un equivoco di fondo. La legge regionale, infatti, impone che vengano rispettati due criteri: la distanza di oltre 1.3km dalla scuola, e la questione sicurezza sul tragitto istituto – casa. Questo secondo aspetto è molto importante perchè si traduce con l’utilizzo del servizio da parte di 500 bimbi. In passato – prosegue l’assessore – è stato creato un servizio ad hoc ma oggi questo non è più possibile, lo avevamo annunciato all’utenza fin dal nostro insediamento. Se si iscrivono i bambini in un bacino di utenza differente dal proprio i genitori dovranno farsi carico del servizio trasporto, questo per evitare delle ricadute sulla fiscalità generale.  Questo ci consentirà un recupero del 10%. Inoltre, almeno da quanto mi risulta, non vi è alcun comune che effettua un servizio di scuolabus per alunni fuori bacino. Penseremo sicuramente a delle soluzioni alternative, ad esempio all’istituzione del pedibus o, in caso di posti vuoti, cercheremo di accontentare qualche richiesta».

(foto archivio MBnews)

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