Sport

Mondiali di tiro con l’arco, è oro per la medese Tanya Giaccheri

MB News ha parlato con la neo campionessa della nazionale femminile giovanile. Un'intervista alla medese Tanya Giaccheri e a suo padre, che l'ha fatta appassionare al tiro con l'arco e le ha fatto da allenatore.


In un panorama sportivo come quello italiano è raro sentir parlare di qualcosa che non sia il calcio, anche in caso di successi internazionali. Settimana scorsa la Nazionale azzurra di tiro con l’arco è stata premiata con 5 ori, 2 argenti e 3 bronzi ai mondiali indoor di Ankara, ma la notizia è rimasta per lo più confinata tra gli appassionati. Un peccato, soprattutto per la nostra cronaca locale: perché c’è anche una brianzola nella squadra femminile giovanile che sabato 5 marzo ha vinto l’oro con l’arco olimpico.

Tanya Giaccheri, 18enne di Meda, è infatti salita sul podio più alto con le compagne Tatiana Andreoli e Loredana Spera dopo la combattutissima finale con la squadra di Taipei, vinta ricorrendo allo shoot off, le tre frecce di spareggio. Un duello sempre sul filo della tensione, tanto che il padre di Tanya, Graziano Giaccheri, ammette di aver seguito solo il finale: «Mia moglie l’ha vista in diretta, io non ce la faccio, mi verrebbe un infarto – ride. Sa di cosa parla: anche lui è un atleta, vincitore dei campionati italiani 2012 di tiro con l’arco indoor e outdoor, fino allo scorso anno allenatore tecnico della figlia -. Le ragazze sono state bravissime a mantenere la concentrazione. D’altra parte è proprio per imparare a fronteggiare situazioni come queste che si studia la gestione dell’ansia e dello stress».

La tensione, semmai, si scioglie a gara finita. «Ero talmente contenta che dopo lo scontro mi è scesa qualche lacrimuccia – racconta la giovane medese, rientrata a Cantalupa (Torino), nel centro federale Fitarco dove vive, studiando e allenandosi insieme alle sue compagne -. Speravo nella vittoria ma non volevo contarci. Solo dopo il primo scontro ho iniziato a vedere quello che valevamo e crederci davvero». «Sono felice ma non sorpreso – dichiara invece Graziano, che per un istante abbandona i panni del papà per fare il tecnico -: So dove Tanya può e potrà arrivare. Questa vittoria fa parte di un percorso iniziato qualche tempo fa». In famiglia infatti si racconta, e già sta prendendo la forma di una leggenda, del corso di tiro con l’arco che i genitori e il fratello avevano seguito nel 2004: «Tanya aveva 6 anni, era troppo piccola per tirare – racconta Graziano -. Ma voleva provarci e continuava a chiederlo, mi veniva dietro nelle gare… alla fine ha trovato un allenatore che si è messo a seguirla». «Ho rotto talmente tanto le scatole che alla fine me lo hanno fatto fare – conferma l’ex bambina che si addormentava in palestra al seguito della famiglia -. Inizialmente era per stare con i miei, ora è un’esigenza, quasi una dipendenza, uno dei motivi per cui mi alzo dal letto la mattina».

Tanya ha iniziato a tirare con l’arco nel 2005, in Fiarc, e nel 2009 è passata all’arco olimpico, vincendo i campionati italiani. Nel 2013 arriva al livello internazionale, e l’anno successivo è alle Olimpiadi giovanili a Nanjing, in Cina. Ora la vittoria di Ankara apre le porte all’europeo di maggio in Ungheria e alla partecipazione al training camp a Rio, in preparazione alle Olimpiadi. Una vera campionessa con tutte le carte in regola, insomma. Ma anche una ragazza normale, che legge fantasy e ascolta metal, guarda film e serie tv come le sue coetanee, e fino all’anno scorso frequentava il liceo scientifico Marie Curie di Meda. Poi è arrivato il trasferimento al centro di Cantalupa: una scelta difficile ma coraggiosa, fatta per inseguire il sogno di fare del tiro con l’arco una professione.

Ma alla fine, qual è il segreto (se c’è) del tiro con l’arco? «È sicuramente uno sport di concentrazione e serve molta pratica e pazienza, la forza non è necessaria ma sicuramente aiuta – ci spiega pazientemente Tanya -. Tutti credono che sia uno sport di mira, ma la mira non è fondamentale. L’obiettivo, oltre a quello di colpire il crocino, cioè il centro del paglione, è eseguire sempre la stessa azione, con movimenti fluidi e precisi. Aiuta molto nella vita, mi ha aiutato a coltivare la pazienza, che non avevo, e la concentrazione. Il tiro con l’arco ti fa conoscere la tua parte più nascosta, tira fuori i tuoi diavoletti interiori e ti fa imparare a superarli e conviverci».

Tutte le foto presenti nell’articolo sono state gentilmente concesse da Tanya Giaccheri – worldarchery.org

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