Villasanta conquistata dalla cena iraniana alla Trattoria al Balin

Non basta qualche spezia per fare una cena medio orientale. Ci vuole la passione per la cucina di Moghaddam, l'attenzione di Zonca, il titolare, e un luogo come la "Trattoria al Balin".

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Non basta qualche spezia per fare una cena medio orientale. Ci vogliono la passione per la cucina di Farzaneh Moghaddam, l’attenzione di Tiziano Zonca ed Anna Monzio Compagnoni, i titolari, e un luogo come la “Trattoria al Balin”.

Non sono bastati i posti per soddisfare le prenotazioni della cena persiana che è stata fatta a Villasanta sabato sera. Sarà stato il fascino raro dei piatti iraniani, non è facile trovare un ristorante che li prepari, sopratutto in Brianza, o la coincidenza politica del momento, l’Italia ha avuto solo una settimana fa la storica visita del presidente dell’Iran Rohani, sta di fatto che in molti hanno voluto assaggiare queste pietanze. La “Trattoria al Balin” non è nuova a cene etniche, ma questa volta ha aperto la cucina a Farzaneh Moghaddam, dai grandi occhi scuri, che si avvicinava con un sorriso tra i tavoli per chiedere se andasse tutto bene, e che è qui di casa ma, come il nome suggerisce, ha imparato a cucinare lontano da Villasanta.

In un’atmosfera resa perfetta grazie anche al sottofondo di musica tipica, prima sono stati serviti due antipasti iraniani, o persiani che dir si voglia: kashke bademjun, ovvero delle melanzane insaporite di un gusto lontano ma famigliare, e un’insalatina di cetrioli e pomodori che si contendevano il palato dei commensali con degli accenni di menta. Il tutto accompagnato dal tipico pane azzimo, naan.

Subito dopo è stata la volta del piatto forte, ovvero una portata a base di riso con il kebab. Un Kebab speciale, fatto con carni nostrane, ma che ha riprodotto una ricetta originale persiana. Carni macinate e miscelate in proporzioni adeguate, tra manzo, vitello e agnello, hanno dato forma al Kebab Kubideh, che in persiano vuol dire battuto, impastato oppure massaggiato. Insomma, una squisitezza degna di un pascià. Volendo, per i palati più “capricciosi” la trattoria offriva anche del pollo morbido e speziato al punto giusto. Anche il riso di accompagnamento non era quello comune, ma quello basmati, in due varianti bianco e allo zafferano. (Potete vedere i piatti nelle foto qui sotto)

Il dolce è quello che, forse, ha spiazzato di più chi si aspettava qualcosa di meno estremo: riso, cannella e zafferano. Il Sholezard ha un sapore inusuale, una consistenza al palato che all’inizio stupisce e alla fine conquista gradevolmente.

Nessuno è andato a casa senza aver bevuto il té persiano e aver gustato dolci datteri.

Una bella esperienza. Per chi c’è stato è come aver avuto l’occasione di fare un viaggio di un paio d’ore in Medio Oriente, dove certi sapori colpiscono i nostri palati per farsi ricordare e altri gusti ricordano i nostri, per farsi amare ancora una volta.

 

* foto di Alì Fotohy

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