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Tangenti in sanità: sistema “Canegrati”, ecco come si vincevano gli appalti

Ventuno arrestati nell'operazione denominata Smile. Tra loro anche il braccio destro di Maroni, il leghista Rizzi. Ecco tutti dettagli della vicenda.

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“Sistema Canegrati”, cosí la Procura di Monza ha denominato il presunto giro di tangenti che ha portato ieri,16 febbraio, all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, alla corruzione e al riciclaggio  per la gestione dell’odontoiatria all’interno di aziende ospedaliere lombarde.

Le gare vinte illecitamente dal medesimo gruppo imprenditoriale facente capo all’imprenditrice monzese Maria Paola Canegrati, avrebbero avuto l’appoggio decisivo di funzionari pubblici, del consigliere della Lega Nord Fabio Rizzo e del suo braccio destro Mario Valentino Longo, entrambe arrestati ieri mattina.

Canegrati secondo le accuse aveva messo in piedi un vero e proprio giro di tangenti perché le fosse garantita la vittoria in gare di appalto per l’esternalizzazione dei servizi odontoiatrici o collaborazioni negli ospedali di Melegnano, Seriate, Milano, Desio e Vimercate e Busto Arsizio. Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, guidati dal Comandante Provinciale dei carabinieri di Milano, Colonnello Canio Giuseppe La Gala (partite dalla segnalazione di un consigliere sindacale dell’ospedale di Vimercate), coordinati dal procuratore aggiunto di Monza Luisa Zanetti e dal sostituto Manuela Massenz,  descrivono come partecipi all’associazione anche le rispettive compagne dei due politici: Lorena Pagani e Silvia Bonfiglio (ai domiciliari). Entrambe sono accusate di aver favorito l’interesse illecito dei compagni cointestandosi con Canegrati quote delle sue società, ai fini di permettere il passaggio delle tangenti.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le aziende riferibili all’imprenditrice, tra cui la “Elledent” e la “Service Dent” (facenti parte del gruppo Odontoquality con sede ad Arcore-Monza), in dieci anni avrebbero sostanzialmente preso il monopolio dei servizi odontoiatrici appaltati in esterno dagli ospedali lombardi riuscendo ad aggiudicarsi (insieme ad altre tre persone) illecitamente le gare.
“Dalla segnalazione di un consigliere sindacale di un’azienda ospedaliera abbiamo effettuato uno studio approfondito sul sistema delle gare di appalto e poi un certosino lavoro di intercettazioni ambientali e telefoniche – spiega il Procuratore Aggiunto di Monza Luisa Zanetti – Le gare erano puramente formali, vi partecipavano soggetti che sapevano già di non vincere dato che i bandi erano cuciti addosso alle società della principale indagata. Lei stessa, dal 2013, si è adoperata per procurarsi aderenze nella politica regionale, per poi costruire la sua rete di azione a livello amministrativo con funzionari pubblici corrotti, i quali erano a libro paga del suo gruppo imprenditoriale. Si parla di un giro di affari per 400 milioni di euro”.  Dalle indagini è emerso che Rizzi e Longo abbiano favorito la Canegrati nello svolgimento di gare d’appalto bandite dalle Aziende Ospedaliere “Istituti Clinici di Perfezionamento” (del 2015, da 45 milioni di euro), dell’ “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio“ (del 2014, da 10 milioni di euro), nei rapporti economici intrattenuti con importanti strutture sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Regionale al fine di ottenere nuove commesse o di scongiurare la rescissione di contratti già in essere con le aziende della donna e nei progetti d’espansione della stessa anche in altre Regioni d’Italia, in particolare intercedendo sulle decisioni di un ulteriore gruppo imprenditoriale gestore di servizi presso alcune strutture sanitarie toscane a sua volta favorito sempre da Longo e Rizzi, in un progetto di collaborazione Lombardia-Brasile che prevedeva la costruzione di un ospedale pediatrico nella regione del Goias.

Per permettere alla Canegrati di aggiudicarsi i servizi odontoiatrici a Vimercate (un appalto da 100 milioni di euro per dodici ambulatori), secondo l’accusa si sarebbero adoperati la direttrice amministrativa Patrizia Pedrotti (ex direttrice di odontoiatria), due funzionari interni, l’ex direttore generale Piero Caltagirone e l’ex direttrice amministrattiva Isabella Galluzzo.  “Da sottolineare come questo sistema abbia anche lavorato a fondo per spingere i cittadini a ricorrere ai servizi a pagamento anziché in convenzione – prosegue Zanetti- dilungando fittiziamente i tempi di attese e aumentando il costo dei ticket rendendoli di fatto poco convenienti rispetto alle visite private”. Sempre secondo quanto emerso durante le indagini, Longo e Rizzi avrebbero ottenuto dal gruppo imprenditoriale favorito nelle gare, il finanziamento della campagna elettorale di Rizzi per le regionali del 2013, una tangente da 50.000 euro pagata attraverso l’intermediazione di un altro soggetto indagato per riciclaggio e fittizie consulenze pagate a Pagani (compagna di Longo), per 5000 euro al mese, con promesse di ulteriori e ingenti somme di denaro derivanti dalla futura vendita di alcune società della Canegrati.

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