Ambiente

Bracconieri nel Parco di Monza? Ecco di chi è la “trappola”

In un primo momento gli agenti hanno pensato a una trappola piazzata da qualche bracconiere ma, in realtà, la gabbietta apparteneva al Parco Valle del Lambro.

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Nessun bracconiere. Qualche giorno fa la Polizia locale ha trovato all’interno del Parco di Monza una grossa gabbia in metallo con apertura a molla e diverse esche. La trappola era posizionata all’altezza della curva Ascari, vicino all’autodromo, e a farla notare agli agenti sono stati alcuni habitué. In un primo momento gli agenti hanno pensato a una trappola piazzata da qualche bracconiere ma, in realtà, la gabbietta apparteneva ad alcuni ricercatori del Parco Valle del Lambro.

Nulla di illecito dunque: si tratta di una campagna promossa da Regione Lombardia, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e il Parco Valle Lambro, per monitorare la presenza di scoiattoli grigi che potrebbero mettere a rischio la locale popolazione degli esemplari rossi, comunque ancora ben rappresentata all’interno del Parco.

Dal comando di via Marsala però spiegano che le gabbiette non erano state segnalate nè con appositi cartellini sulle stesse,  nè con della segnaletica verticale. Inoltre nessuno aveva informato il comando che, attualmente, è l’ente preposto alla sorveglianza del polmone verde cittadino. E’ utile infatti che gli agenti sappiano esattamente se vi sono trappole autorizzate, dove sono collocate e quante sono. La guardia resta comunque sempre alta: qualche bracconiere potrebbe infatti approfittarne per nasconderne alcune in mezzo a quelle autorizzate.

Intanto anche la Reggia di Monza ha diramato una nota stampa ufficiale: «Nessun atto di bracconaggio. Un cittadino ha segnalato la presenza di una gabbia alla Polizia locale di Monza, che ha competenza sulla vigilanza nel Parco insieme alla Polizia provinciale e alle Guardie ecologiche volontarie. Il pericolo del bracconaggio, in un’area popolata da decine di specie animali, è comunque da tenere sotto costante osservazione e forse anche questo rischio ha indotto in errore gli agenti di pattuglia, costantemente impegnati insieme alle altre forze, a garantire la sicurezza e la tranquillità dei visitatori del Parco».

 

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