Ambiente

Emergenza siccità: nel Molgora c’è solo l’acqua scaricata dai depuratori

Il Consorzio del Parco del Molgora lancia un grido di allarme per la situazione preoccupante del torrente negli ultimi mesi.


Il Consorzio del Parco del Molgora lancia un grido di allarme per la situazione preoccupante del torrente negli ultimi mesi.

A causa della persistente siccità in tutta la Lombardia i corsi d’acqua e anche il Molgora e il Molgoretta stanno vivendo un periodo veramente difficoltoso e a farne le spese non è solo l’aspetto che ogni giorno si presenta agli occhi del cittadino, ma anche tutto l’ecosistema del parco. I pesci che avevano ripopolato il corso d’acqua sono scomparsi e con essi anche i loro predatori. Ormai con l’assenza di acqua le uniche fonti di approvvigionamento sono diventati gli scarichi dei depuratori che scaricano nel letto del torrente:

“Una situazione intollerabile – ribadisce Luigi Villa, presidente del Parco – I gestori dei depuratori devono rendersi conto che a valle dei loro impianti vi sono importanti ecosistemi, facilmente danneggiabili”.

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Il Parco, su mandato dei Comuni consorziati, sta per indire una Riunione tecnica d’emergenza a cui convocare tutte le autorità preposte. Nel frattempo ha effettuato un monitoraggio di tutti gli scarichi segnalati ufficialmente e non, in maniera da circoscrivere eventuali altri fonti inquinanti.

Le immagini inviate dal consorzio rendono in pieno la situazione che si ha sotto gli occhi: schiuma, odori maleodoranti e animali totalmente scomparsi. La situazione si è ulteriormente aggravata nella settimana dopo l’Epifania, quando la rottura di un tubo nell’impianto di depurazione di Osnago, ha provocato per un’intera settimana lo sversamento direttamente nel Molgora delle acque di fogna non depurate dei comuni di tutti i comuni in Provincia di Lecco posti a monte.

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“E’ necessario che gli enti gestori dei depuratori, ARPA Lombardia, ATS (Agenzie di tutela della salute, ovvero le ex ASL) di Brianza e della Città Metropolitana si riuniscano urgentemente per prendere atto della gravità della situazione e adottino opportune soluzioni perché tali evenienze non siano a ripetersi in futuro – continua il presidente Luigi Villa – Il Molgora, fino a pochi anni fa praticamente privo di vita, era decisamente migliorato negli ultimi tempi, grazie anche ad un pluridecennale sforzo di collettamento delle condotte fognarie ai depuratori. I pesci erano tornati dopo cinquant’anni a popolare tutto il corso d’acqua con un conseguente miglioramento dell’intero ecosistema circostante e della sua biodiversità. Ne è una riprova la presenza del Martin pescatore, tornato a nidificare lungo le sponde del Molgora, anche grazie ad interventi mirati realizzati dal Parco. Il lavoro di decenni rischia però ora di essere vanificato”.

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