Politica

Monza, tensione in Consiglio sull’ex Macello, ma chi ci rimette è la città

In aula è stata discussa la delibera per coprire il debito di oltre due milioni che il Comune ha con Hi Senses, la società che si sarebbe dovuta occupare della riqualificazione

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Maggioranza e opposizione ai ferri corti sull’ex macello comunale. L’area storica abbandonata a se stessa da anni è diventata un vero proprio caso politico, oltre che giudiziario. L’attuale giunta targata Pd, dopo essere stata condannata in primo e secondo grado per avere revocato il contratto di riqualificazione alla società Hi Senses di Torino affidato dalla precedente amministrazione, ha presentato ieri in Consiglio comunale una delibera per approvare un debito fuori bilancio di 2 milioni e 300 mila euro, vale a dire il risarcimento danni riconosciuto alla società piemontese.

Il voto non è arrivato, molto probabilmente sarà per la seduta di lunedì, ma ciò che già inizia a crescere è la sensazione che a rimetterci sarà la città: si tratta di soldi pubblici che l’amministrazione farà molta fatica a trovare e l’area è ancora lì, abbandonata a se stessa e al degrado. La situazione, insomma, è sempre più ingarbugliata, anche perché gli uffici comunale hanno trasmesso l’intera documentazione del caso alla Corte dei Conti.

“La giunta Scanagatti sta discutendo di una questione sulla quale si sono già espressi i giudici – ha commentato Simone Villa, capogruppo della Lega in Consiglio comunale -. La responsabilità di questa situazione è loro, non di chi li ha preceduti. Se credevano di rifare il processo in Consiglio comunale si sono sbagliati di grosso”. Insomma, secondo Villa deve essere ben chiaro che la questione è politica e che, arrivati a questo punto, si tratta di capire come venire fuori da questo pasticciaccio.
Per le casse del Comune, il pagamento dei 2 milioni e rotti sarebbe un vero salasso. Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di cedere al privato delle aree a titolo di compensazione.area-ex-macello-monza-mb

“In un periodo come il nostro di vacche magre vengono i brividi se pensiamo alle cose che avremmo potuto fare con  quella cifra – ha commentato Paolo Piffer, consigliere comunale della lista Primavera Monza -. Vedere la vecchia e la nuova amministrazione puntarsi il dito l’un l’altra mette davvero tristezza, mi chiedo se i monzesi avranno mai il coraggio di scegliere altro dai soliti partiti. Detto questo, votare contro l’oggetto non avrebbe senso perché c’è la sentenza di un giudice che ci impone di pagare”. Sul futuro dell’ex Macello, almeno per il momento, è calata la nebbia più fitta.

La giunta ha annunciato comunque di volerlo utilizzare per realizzare un nuovo polo scolastico. Martina Sassoli, consigliere comunale di Forza Italia, però ha fatto notare che quella è zona classificata  come “ad alto rischio di esondazione” per la vicinanza al canale Villoresi. Insomma, secondo il consigliere azzurro, se non si tratta di propaganda, ci assomiglia molto. Il primo cittadino, Roberto Scanagatti, però non ci sta. La revoca del contratto nel 2012 era stata decisa per autotutela, ravvisando nell’assegnazione effettuata dai predecessori degli elementi di illegittimità. In sostanza, secondo l’attuale amministrazione, la giunta Mariani aveva modificato le competenze della società incaricata estendendole a tutta l’area azzerando così l’interesse pubblico.

“Si è verificata una serie di fatti oggettivi che ci hanno portato fino a questa situazione – ha precisato il sindaco Scanagatti -. Questa è un’opportunità per arrivare a una soluzione che si basi però su elementi ragionevoli. Noi abbiamo sostenuto che la società era perfettamente al corrente che quelle aree non potevano essere date nella loro disponibilità. Io non ho mai detto e non dirò che l’amministrazione precedente ha sbagliato. Se è vero che da una parte ci può essere stata una amministrazione improvvida, è anche vero che dall’altra parte c’era una società che sapeva cosa stava accadendo. L’obiettivo a cui tutti dobbiamo tendere è che ci possa essere un esito favorevole di questa causa che si basi solo ed esclusivamente su prove concrete tecniche”.

Scritto da Redazione e Valentina Vitagliano

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