Omicidio colposo. Sembra essere questa l’accusa mossa ai due conducenti dei suv coinvolti nel drammatico incidente del 22 marzo scorso, in viale Brianza a Monza, nel quale ha perso la vita il quindicenne Elio Bonavita ed è rimasta gravemente ferita sua madre.
Una precedenza non rispettata da un’Audi Q5, un altro suv Range Rover che sopraggiunge a velocità troppo elevata e che, per evitare l’Audi, sterza bruscamente e si schianta contro la piccola Citroen di Elio e sua madre, coinvolgendo anche altre auto. Una manciata di secondi, un errore umano e una giovane vita se ne è andata. Errore umano e non dolo, quindi, è la conclusione della procura di Monza che ha firmato la chiusura indagini sul sinistro, con l’accusa di omicidio colposo in concorso per i due guidatori dei suv e, per l’imprenditore a bordo dell’Audi, anche quella per omissione di soccorso. L’uomo, infatti, subito dopo l’incidente fuggì. Secondo i suoi legali la reazione sarebbe legata ad un precedente incidente, dove l’uomo rimase vittima di investimento da parte di un’auto.
A convincere il magistrato è stata la perizia cinematica elaborata dal perito del Tribunale, alla presenza dei due periti di parte.
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