Ambiente

Seveso ricorda il 10 luglio 1976 (disastro Icmesa) #Fotogallery

Qualche immagine dalla giornata del 10 luglio a Seveso, dove si è ricordato il disastro Icmesa di 39 anni fa. Con uno sguardo anche alla minaccia Pedemontana.

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Un altro 10 luglio è venuto e se ne è andato a Seveso, dove dal 1976 quella data è sinonimo di catastrofe: un guasto alla ditta chimica Icmesa di Meda fece fuoriuscire una nube tossica di Tcdd (diossina) i cui effetti sono monitorati ancora oggi. Un ricordo doloroso, ma che è giusto mantenere vivo, anche nella denuncia delle omissioni vergognose di quei giorni (non si parlò subito di diossina, e la zona più colpita cominciò ad essere evacuata solo due settimane dopo l’incidente), e nell’orgoglio della rinascita: l’area verde del Bosco delle Querce viene da lì. Tanto più che oggi il tracciato dell’autostrada Pedemontana minaccia di smuovere quella terra contaminata: una nuova ferita su un territorio già devastato.

Seveso ha ricordato il 39esimo anniversario di “quel caldo sabato di luglio” con due serie di manifestazioni: quelle organizzate tra Bosco delle Querce e Villa Dho da Insieme in rete, a cui hanno preso parte anche il sindaco di Seveso insieme ai colleghi di Barlassina e Lentate sul Seveso, e quelle che si sono svolte in serata nei luoghi della ex Icmesa, dove No Pedemontana ha proiettato video d’epoca, accompagnato da testimonianze per stimolare il confronto e il dialogo sui fatti del luglio 1976. Sempre tenendo presente la minaccia Pedemontana: «Dopo un anno non si ha ancora alcuna notizia certa sulla reale fattibilità dell’opera – ha commentato il sindaco di Seveso Paolo Butti -. Alla domanda “se e quando inizieranno i lavori della tratta B2?” la risposta è sempre evasiva e rimanda al reperimento delle risorse necessarie che non ci sono ancora. Ora si parla di metà del 2016, senza alcuna garanzia».

Lo scorso 9 aprile Regione Lombardia aveva concesso a Pedemontana 30 giorni per presentare un nuovo piano, che è arrivato, ma in ritardo, proprio venerdì: «Adesso sarà necessario analizzarlo attentamente per vedere se le modifiche richieste dai comuni sono state accolte – ha spiegato Butti -. L’esame delle terre potenzialmente contaminate da diossina non riguarda solo la futura autostrada ma interessa i sindaci sia come rappresentanti delle comunità sia come responsabili della salute pubblica sul territorio. E con la salute dei cittadini e delle cittadine non si può essere superficiali o approssimativi».

Ed ecco qualche immagine delle iniziative di Insieme in rete e di No Pedemontana:

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