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Abbadia, sott’acqua per 40 minuti: è vivo anche grazie a Brianza per il Cuore

La prognosi è ancora riservata per il giovane ripescato dopo circa 40 minuti dalle acque del lago. Il macchinario presente all'Ospedale San Gerardo è stato donato dalla onlus monzese Brianza per il Cuore nel 2007.

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La prognosi è ancora riservata per il giovane che il 2 giugno scorso, ad Abbadia Lariana, è stato ripescato dopo circa 40 minuti dalle acque del lago in seguito ad un tuffo con gli amici dal quale non è più riemerso. Le sue condizioni sono apparse fin da subito critiche e per questo il 17enne è stato trasportato con la massima urgenza all’Ospedale San Gerardo dove è ancora adesso ricoverato. Ore di apprensione, queste, in cui i medici stanno tentando l’impossibile per salvargli la vita.

Una gita tra amici spensierata che si è conclusa con una folle corsa in ospedale per sottoporre il ragazzo salvato dalle acque del lago al trattemento con Ecmo, macchinario di ultima generazione capace di effettuare ossigenazione extracorporea a membrana, utilizzata in ambito di rianimazione per trattare pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento farmacologico e medico convenzionale.

Il macchinario presente all’Ospedale San Gerardo è stato donato dalla onlus monzese Brianza per il Cuore nel 2007: «Promosso dalla Cardiochirurgia A.O. San Gerardo, con l’aiuto anche dell’associazione Brianza per il Cuore, si è portato avanti un “Progetto ECMO” – si legge sul sito dell’associazione – Nelle strutture ospedaliere, dove è presente una equipe cardiochirurgica, cardiologica e rianimatoria, malgrado lo shock cardiogeno postinfartuale conservi un elevato rischio di mortalità e morbilità, l’impiego di strategie terapeutiche routinariamente applicate nella pratica giornaliera consente di affrontare lo shock cardiogeno e le relative problematiche con il conseguimento di buoni successi; negli ospedali ove non è possibile l’azione combinata delle varie equipe, lo shock cardiogeno rappresenta un serio problema spesso difficile da gestire. Poter mettere a servizio delle strutture ospedaliere, che ruotano attorno all’ 1.1.8. di Monza e Brianza ed anche oltre (Lecco, Como) l‘impiego dell’ECMO per una categoria selezionata di pazienti, rappresenta un altro passo avanti nella lotta contro l’elevata mortalità dell’infarto e dello shock cardiogeno». Un macchinario importantissimo per il trattamento di queste tipologie di pazienti e che grazie all’associazione Brianza per il Cuore oggi trova applicazione presso il nosocomio monzese nel reparto di cardiochirurgia (reparto che ha come Direttore responsabile il Prof. Giovanni Paolini, e al suo interno vi lavora l’equipe medica della Cardio-Anestesia di cui il dottor Leonello Avalli è il responsabile).

Ed è sempre l’Ecmo che compare anche nel precedente fatto di cronaca accaduto al piccolo Michi, 15 anni, che il 24 aprile si era tuffato nel Naviglio Grande per fare un bagno rimanendo però intrappolato a due metri di profondità per 43 interminabili minuti. Michi allora, come oggi il giovane ad Abbadia Lariana, è stato sottoposto a Ecmo. Il dottor Zangrillo e la sua equipe dell’ospedale San Raffaele, proprio come oggi al San Gerardo hanno usato la straordinaria “macchina salva-polmoni”.

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