Sport

Ac Monza, quarta asta fallimentare deserta. Di Nunno e Zangari alla finestra

Come avvenuto lo scorso venerdì, il giudice delegato e i curatori fallimentari hanno sorprendentemente deciso di procedere con una ulteriore asta.

calcio-monza-tribunale-brugnoni-nicosia-mb

Non c’è due senza tre… e il quarto vien da sé. Purtroppo per i dipendenti e per i tifosi del Monza, anche la quarta vendita senza incanto dell’intero complesso aziendale della società di calcio cittadina è andata deserta. E, come avvenuto lo scorso venerdì, il giudice delegato e i curatori fallimentari hanno sorprendentemente deciso di procedere con una ulteriore asta.

Oggi pomeriggio era in calendario presso la Sezione fallimentare del Tribunale civile di Monza la vendita senza incanto del lotto unico dell’Ac Monza Brianza 1912 composto da: “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, struttura ed organizzazione settore giovanile, immobilizzazioni materiali, indumenti, targhe, trofei, marchi sociali”. Il prezzo a base d’asta era di 100mila euro, dunque ribassato ulteriormente rispetto alla terza di venerdì scorso, ma per ottenere l’iscrizione della squadra al campionato i potenziali acquirenti avrebbero dovuto pagare l’intero ammontare del debito sportivo o avrebbero dovuto garantirlo con una fideiussione bancaria a prima richiesta. Si tratta di 2 milioni e 408.624,49 euro dai quali però vanno scalati i 600mila euro della fideiussione depositata un anno fa in Lega Pro per l’iscrizione all’ultimo campionato disputato.

calcio-monza-tribunale-pubblico-mbI concorrenti avrebbero dovuto depositare presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale di Monza una busta chiusa contenente la propria offerta entro le ore 14.30. Ma alle 15, nell’aula al civico 5 di via Vittorio Emanuele II, il giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia si è chiuso assieme ai soli curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni. Dopo ben 35 minuti di confronto (non si esclude trascorsi al telefono con potenziali acquirenti) i curatori sono usciti dalla stanza e davanti a una cinquantina di persone di pubblico Brugnoni ha annunciato: “Non è stata depositata alcuna busta. Col giudice delegato abbiamo però stabilito che si terrà una quinta vendita senza incanto dopodomani alle 15. Il prezzo a base d’asta sarà ancora di 100mila euro, ma le buste contenenti le offerte dovranno essere depositate entro le 13 non presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale di Monza, ma presso lo Studio professionale Giuseppe Nicosia sito a Sesto San Giovanni in via Alessandro Volta 24, in quanto dopodomani a Monza gli uffici saranno chiusi per la festa patronale. Nell’ordinanza della nuova vendita senza incanto non è stata più inserita la clausola dell’ottemperamento al deposito della domanda di affiliazione alla Figc perché i potenziali acquirenti che ci hanno telefonato nelle scorse ore potrebbero non fare in tempo a effettuarlo avendo già da costituire le nuove società contenenti la parola Monza”.

I due curatori hanno quindi ricordato che “il debito sportivo è stato alleggerito di molto grazie all’accordo raggiunto con quasi tutti i creditori. Attualmente è stato calcolato in 1 milione e 427mila euro, di cui 600mila saranno disponibili con l’escussione della fideiussione depositata in Lega Pro per l’iscrizione all’ultimo campionato disputato”.

calcio-monza-tribunale-tifosi-mbRiguardo ai potenziali acquirenti che sarebbero rimasti in corsa, secondo indiscrezioni si sarebbe tirata fuori dalla contesa la cordata guidata dai cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980), interessata sì a prendere in mano il Monza, ma solo qualora le aste andassero tutte deserte e il presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, consentisse a una grande città come Monza l’iscrizione in soprannumero alla Serie D.
Oggi si aspettavano notizie ufficiali dal 52enne pachistano Abdul Kadir Sheikh, azionista di maggioranza di Expert Grecia e importatore di stock di IPhone direttamente dalla California, che venerdì scorso aveva consegnato ai curatori un’offerta informale di 10mila euro per gli asset del Monza. La sua assenza farebbe pensare a un dietrofront, ma magari è uno dei soggetti che non ha fatto in tempo a depositare la domanda di affiliazione alla Figc.
Le novità delle ultime ore sono rappresentate da Paolo Leonardo Di Nunno e Salvatore Zangari. Il titolare della Elettronica Video Games di Cormano e presidente del 1913 Seregno di Serie D ha deciso, dopo aver constatato la forte diminuzione del debito sportivo, di “scendere in campo” senza aspettare di vedere “il cadavere scendere lungo il fiume”. La preda è il titolo sportivo di Divisione Unica, che farebbe gola per presentare ai nastri di partenza del prossimo campionato una inedita S.M. Brianza, società nata dalla fusione tra il 1913 Seregno e una piccola società locale con cui starebbe trattando, probabilmente il Città di Monza di Seconda Categoria, dato che ha la parola Monza nel nome come da richiesta dell’ordinanza. Le maglie sarebbero biancorossoazzurre, ma il progetto è malvisto dalle tifoserie monzese e seregnese.
Zangari, invece, è in cordata con altri tre soci: uno monzese, uno brianzolo e uno milanese. L’ex socio di minoranza del Monza Brianza 1912 quando a comandare era il duo olandese formato da Clarence Seedorf e Jan Lagendijk, limitatamente al periodo 2009-2011, si è dimesso pochi giorni fa da presidente della Pro Sesto. Come mai non vi siete presentati né alla terza asta né alla quarta? “Le condizioni non erano favorevoli. E siamo già rimasti molto perplessi dal contenuto della nuova ordinanza di oggi per dopodomani. Che senso ha non ridurre la base d’asta di 100mila euro? Già bisogna sobbarcarsi un debito sportivo enorme, perché i 600mila euro della fideiussione vanno comunque anticipati… Inoltre non ci sono garanzie per l’utilizzo dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello ad un canone rispettoso dell’investimento che si dovrebbe fare per salvare il titolo sportivo professionistico alla città. Che assicurazioni abbiamo che l’Amministrazione comunale non si rivalga su chi rileva gli asset dei crediti vantati (circa 400mila euro, ndr) con la proprietà fallita? E poi c’è l’incognita della quantità di punti di penalizzazione per i mancati pagamenti degli stipendi entro il termine dello scorso 16 aprile e per l’inchiesta sul calcioscommesse…”.

A proposito di inchieste, lo scorso venerdì l’ex allenatore Fulvio Pea, accasatosi proprio ieri alla Cremonese, il capitano Omar Torri, il giovanissimo Matteo Pessina e un altro giocatore sono stati interrogati dalla Procura federale negli uffici della Figc di Monza e Brianza, in via Ugolini, a proposito dei passaggi di proprietà della società fallita intercorsi nella stagione e sulla gestione del socio unico e amministratore unico Pietro Montaquila. Nei prossimi giorni verranno ascoltati anche tutti gli altri calciatori biancorossi.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta