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Ac Monza, deserta anche l’asta per i trofei. Comune immobile così a rischio la “D”

A nessuno interessano neppure i mobili, le attrezzature, i trofei e i marchi dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, fallita lo scorso 27 maggio.

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A nessuno interessano neppure i mobili, le attrezzature, i trofei e i marchi dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, fallita lo scorso 27 maggio. L’asta per l’acquisto del compendio mobiliare e del compendio immateriale è infatti andata deserta.

Il lotto unico in vendita era composto per la precisione dai macchinari, dalle attrezzature varie e da quelle sportive, dagli automezzi, dalle macchine d’ufficio elettriche ed elettroniche, dai mobili ed arredi e dal marchio “Associazione Calcio Monza Brianza 1912”. Alle ore 15.30 al Tribunale civile di Monza si dovevano aprire le eventuali buste depositate dai potenziali acquirenti entro le 15 presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale. Il prezzo a base d’asta era di 150mila euro. Se qualcuno si fosse aggiudicato l’asta sarebbe partito da una posizione di vantaggio nella sorta di bando che l’Amministrazione comunale dovrebbe indire per ottenere dal presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, l’iscrizione in soprannumero di una società di Monza o alla Serie D o all’Eccellenza. Ma anche oggi, così come per le cinque aste fallimentari per la vendita dell’intero complesso aziendale, nessuno della ricca (e taccagna) Brianza si è presentato con un assegno in mano.

calcio-monza-nicosia-brugnoni-mbAlle 15.30, nell’aula al civico 5 di via Vittorio Emanuele II, il giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia si è chiuso assieme ai soli curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni. Dopo pochi minuti la curatela è uscita dalla stanza e davanti a una quarantina di persone di pubblico ha annunciato: “Non è stata depositata alcuna busta. Col giudice delegato abbiamo stabilito che non sarà emessa alcuna nuova ordinanza di vendita, a meno che entro domani sera non arrivi o in Cancelleria o direttamente a noi un’offerta con assegno circolare per l’intero importo della base d’asta. In quel caso si procederebbe con un nuovo esperimento di vendita da fissare o nella giornata di dopodomani o in quella di giovedì prossimo”. Nei giorni scorsi era circolata notizia che oggi, oltre all’uomo d’affari pachistano Abdul Kadir Sheikh, si sarebbe finalmente fatta avanti una cordata brianzola… “Dal primo non abbiamo più avuto notizie – hanno risposto Nicosia e Brugnoni – mentre anche noi avevamo saputo della volontà di formare una cordata da parte di un imprenditore brianzolo. Purtroppo ci è stato riferito che uno dei suoi interlocutori non si sarebbe ancora inserito nel progetto”.

calcio-monza-fraschini-pessina-brugnoni-mbNaturalmente l’imprenditore brianzolo è Nicola Colombo, figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980 e sponsor del Monza a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 con i marchi Philco e Zincol Lombarda. La famiglia Colombo, che guida la Cogefin, un vero e proprio impero finanziario che ha sede a Bellusco, sembrava che avesse trovato la “quadra” nella giornata di giovedì scorso, grazie all’aiuto di due amici, di cui uno della provincia di Lecco, che avrebbero finalmente accettato di affiancarsi nell’investimento. Il colloquio col sindaco c’era già stato per rassicurarlo sulla volontà di non lasciare anche il nuovo Monza nelle mani di persone estranee al territorio. Secondo indiscrezioni il terzetto avrebbe lavorato nella giornata festiva di ieri coi propri legali e commercialisti proprio per giungere oggi alla presentazione della busta in Tribunale per l’acquisto del compendio mobiliare e del compendio immateriale del fallito Ac Monza Brianza 1912. Tra i commercialisti figura Fabio Pessina, ex sindaco del club di via Ragazzi del ‘99 e padre di Matteo, il 18enne “gioiellino” della prima squadra svincolatosi mercoledì scorso assieme a tutti i suoi compagni in seguito alla quinta e ultima dichiarazione di asta deserta per gli asset. Non per caso Fabio Pessina era presente oggi in Tribunale per parlare con la curatela. Dovrebbe aver detto loro che la busta non è stata presentata perché stamattina uno dei due soci dei Colombo avrebbe fatto retromarcia. Sui motivi del dietrofront nulla è trapelato, ma c’è il sospetto che l’investimento nel calcio a Monza potrebbe essere stato stoppato da rappresentanze sindacali delle aziende coinvolte nell’“operazione salvataggio”.

Che succederà domani? Difficilmente i Colombo presenteranno un’offerta se non troveranno nelle prossime ore un altro socio che condivida lo sforzo finanziario per creare praticamente dal nulla un club di calcio che partecipi al campionato nazionale di quarta serie. Il rischio che le targhe e i trofei storici del Monza, tra cui due Coppe Italia Semiprofessionisti, due Coppe Italia di Serie C, una Coppa Anglo-Italiana e una Coppa delle Alpi, finiscano in “discarica” o comunque nel salotto di casa di qualcuno è alto.

calcio-monza-tifosi-mbE ancora più alto è il rischio che la città di Monza non sia più rappresentata da alcuna squadra nella stagione 2015/16. Tra pochi giorni scade infatti anche il termine per le iscrizioni al campionato di Serie D e dal Comune non si muove una foglia. Tutti che aspettano tutti e intanto la squadra di calcio scende di categoria in categoria alla velocità del vento… Il sindaco Roberto Scanagatti, da noi interpellato, pare che non abbia intenzione di indire alcun bando per ottenere dal presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, l’iscrizione in soprannumero di una società di Monza o alla Serie D o all’Eccellenza: “Anche se non indico un bando mi sento comunque la coscienza a posto – sottolinea con fervore il primo cittadino, che ormai non rivedrà più i circa 400mila euro di crediti vantati dall’Amministrazione comunale nei confronti della fallita Ac Monza Brianza 1912 – Intanto vedremo domani se qualcuno presenterà un’offerta in Tribunale perché sulla situazione del Monza lo scenario cambia in ogni momento… Si poteva capire se non si trovava nessuno disposto a tirar fuori i 957mila euro per gli asset e il debito sportivo, ma che non si trovi nessuno che abbia 150mila euro per i mobili, le attrezzature, i trofei e i marchi chi se lo sarebbe aspettato?”. Considerando che chi acquista queste cose non si aggiudica alcun titolo sportivo, perché intanto l’Amministrazione comunale non chiede al presidente della Figc la possibilità di iscrizione in soprannumero del Monza o alla Serie D o all’Eccellenza? Col titolo sportivo in mano la Giunta potrebbe indire un bando e assegnarlo al progetto più credibile come è stato fatto in tutte le più grandi città d’Italia che si sono trovate nelle medesima situazione negli ultimi anni… “Io la mia faccia e il mio nome le metto a fianco di gente affidabile – è la risposta seccata di Scanagatti – Chi vuole il Monza si deve prima presentare da me”.

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