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Bracco, sospetta evasione fiscale.  Nell’indagine due architetti di Monza

Sospette evasioni fiscali per tre milioni di euro, sono state contestate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano alla società Bracco S.p.a. Nelle indagini sarebbero coinvolti anche due architetti dello studio Archilabo di Monza.

milanotribunale

Sospette evasioni fiscali per tre milioni di euro, sono state contestate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano alla società Bracco S.p.a. Nelle indagini sarebbero coinvolti anche due architetti dello studio Archilabo di Monza. Secondo la Procura di Milano i denari sarebbero serviti per lavori su beni privati di proprietà quali case e barche.
Secondo quanto ricostruito nelle indagini delle Fiamme Gialle, arrivate a conclusione in questi giorni con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Greco, sarebbero partiti i primi avvisi di garanzia.
A riceverli sarebbero stati appunto, due architetti monzesi, Diana Bracco in qualità di Presidente della Bracco Spa ed il presidente del consiglio di amministrazione. Le accuse contestate, a vario titolo, per appropriazione indebita aggravata e abuso d’ufficio e concorso in emissione di fatture per operazioni inesistenti, farebbero riferimento ad un presunto giro di false fatturazioni ed evasione fiscale, per un ammontare di tre milioni di euro tra il 2008 e il 2013.
La Procura di Milano ha predisposto un sequestro preventivo per circa un milione di euro, i primi di marzo scorso. Secondo quanto riportato in una nota di palazzo di giustizia le “fatture per complessivi euro 3.064.435 confluiti nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali presentate dalle società del gruppo Bracco per i periodi di imposta dal 2008 al 2013, erano riferite all’esecuzione di forniture o di prestazioni rese verso locali in uso alle medesime società ma effettivamente realizzate presso immobili e natanti di proprietà “.

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