Gay Pride patrocinato dalla Regione, Monti: “Scelta incomprensibile”.

Una voce contraria alla scelta della Regione si è levata poi anche dalla Brianza

Monti-Andrea-MB

Anche quest’anno il “Gay Pride” organizzato a Milano e in calendario per il 27 giugno ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia. Sulla questione è intervenuto, il consigliere provinciale della Lega Nord Andrea Monti: “Scelta sbagliata e incomprensibile”.

Tre membri su cinque dell’ufficio di presidenza hanno infatti votato a favore: a dire sì sono stati Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), Eugenio Casalino (Movimento 5 Stelle) e Sara Valmaggi (Pd). Si sono invece pronunciati contro il presidente Raffaele Cattaneo (Ncd) e Daniela Maroni (lista Maroni Presidente).

Una voce contraria alla scelta della Regione si è levata poi anche dalla Brianza: “A scanso di equivoci lo dico in premessa: credo che il Gay Pride abbia non solo diritto di esistere e di essere organizzato, ma ne riconosco pure una certa utilità; anzi credo sarebbe pure più efficace se riuscisse a superare del tutto le contaminazioni carnevalesche e quel format stile carri in maschera. Le discriminazioni di tipo sessuale sono particolarmente odiose, vanno combattute sempre e in maniera decisa. Senza contare poi che c’è sempre in ballo la libertà di manifestare[…]Ma la libertà di manifestare, vivere la propria sessualità liberamente o le rivendicazioni di nuovi e futuri diritti alle coppie omosessuali, non hanno nulla a che vedere con la concessione di un patrocinio, come quello che ha inspiegabilmente concesso, per la seconda volta, il Consiglio Regionale della Lombardia” dichiara Monti.

“Il fatto poi che il voto decisivo sia venuto da un esponente leghista non sposta di una virgola i termini della questione, in nessuna particolare direzione, semmai rende ancora meno comprensibile una decisione che rimane sbagliata”. Concedere il patrocinio al Gay Pride non è un segnale di emancipazione, né un simbolo per la difesa e la rivendicazione di un qualche particolare diritto. Decidere di farlo, per la seconda volta, è stato in fondo solo l’esercizio inutile di una vanità, utile ad assecondare una voglia di protagonismo a tutti i costi, oltre che un grossolano errore tecnico, prima ancora che politico.

E per spiegare l’errore tecnico Monti ha riportato sul suo blog le linee guida per la concessione dei patrocini “Perché sia chiaro che il patrocinio non è una roba che si concede a tutti, non è un riconoscimento dato un po’ così, come garba al momento, distribuito a pioggia perché “tanto non costa nulla”.

“Difficile pensare che il nostro simpatico amico vestito da gallo cedrone (il riferimento è una foto della manifestazione visibile sul suo blog ndr), quello che fa ondeggiare il suo ”pacco” volutamente costretto nella mutanda di lanetta, possa contribuire alla valorizzazione dell’azione regionale, né tantomeno ci risulta possa concorrere alla valorizzazione e al recupero delle tradizioni e tipicità regionali”.

E conclude “Facciamola ancora più semplice: la “Milano Pride” (versione locale del Gay Pride) si può organizzare benissimo senza il patrocinio di Regione Lombardia, come del resto si organizzano centinaia di feste nella nostra regione, tutte più o meno degne del nostro rispetto”.

In foto Andrea Monti

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