Economia

Confindustria Monza Brianza, approvata la fusione con Assolombarda Milano

La giunta di via Petrarca ha approvato il progetto presentato da Dell'Orto, ma il fronte del "no" annuncia battaglia legale.

Aci-Dell'Orto

Via libera alla fusione fra Confindustria Monza e Brianza e Assolombarda Milano. Dopo mesi di polemiche più o meno sotto traccia, mercoledì sera la giunta dell’associazione brianzola ha dato via libera al progetto presentato dal presidente, Andrea Dell’Orto, lo scorso inverno in ossequio alla riforma Pesenti. Il sì è arrivato al termine di una seduta carica di tensione con soli tre voti di scarto (24 contro 21) ottenuti, secondo il fronte del “no”, con un vero e proprio colpo di mano da parte di Dell’Orto.

Le due parti non sono mai parse così distanti come oggi, tanto che gli imprenditori dissidenti hanno annunciato un ricorso al collegio dei Probiviri per ottenere l’annullamento della seduta.

Secondo Dell’Orto, la fusione è un’occasione da non sprecare. Monza avrebbe i numeri per restare sola, ma la fusione con Milano porterebbe alla creazione dell’associazione più grande d’Italia con più potere nella giunta nazionale, più servizi alle imprese e più opportunità sui mercati. “La Brianza non perderà il presidio territoriale – ha spiegato Dell’Orto. I servizi resteranno, nessuno dovrà andare a Milano per una vertenza o un incontro della sua azienda. L’iscritto avrà invece servizi in più: non ho problemi a riconoscere che Assolombarda è più avanzata di noi in campi quali l’assistenza fiscale e i rapporti con le banche”. Il prossimo passaggio sarà il voto dell’assemblea generale in programma l’8 giugno, ma sembra una formalità.

Ciò che preoccupa Dell’Orto invece è il fronte del “no” composto dal Comitato piccola industria e da un nutrito gruppo di imprenditori locali fra i quali compaiono i responsabili di aziende del calibro di Colmar, Sapio, Parà, Pagani e Officine Locati. Il loro rifiuto nasce da una considerazione semplice: la fusione con Milano significa perdita di autonomia, meglio quindi una soluzione più soft come l’aggregazione  e comunque visto che la riforma Pesenti dà tempo fino al 2017 per quale motivo temporeggiare per provare a trovare un punto di incontro? “Senza averne alcun titolo, a nostro avviso, Dell’Orto ha annullato una delibera della Piccola nella quale erano stati sostituiti due membri di giunta contrari al suo progetto, con due favorevoli – sottolinea Guido Locati, titolare delle omonime Officine – e durante la seduta erano stati invitati ad uscire”.

Adesso la parola passa ai legali. In rampa di lancio c’è un ricorso al collegio dei Probiviri e il Comitato della Piccola Industria minaccia di non volere nemmeno mettere piede in Assolombarda. “Piuttosto – ci iscriveremo a Como o a Bergamo”.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta