Ceriano, Nicolai Lilin disegna un monumento per piazzale Martiri di Odessa

Sabato 2 maggio alle ore 11.00, un anno dopo la strage di Odessa, verrà inaugurato il monumento per ricordare le vittime del conflitto russo-ucraino.
Ceriano Laghetto continua a far parlare del conflitto russo-ucraino: due mesi e mezzo dopo la polemica legata apiazzale Martiri di Odessa, quello stesso luogo verrà adornato con un monumento ideato dallo scrittore Nicolai Lilin e realizzato dall’associazione culturale Ottavo Continente, con sede a Mosca.
Alla cerimonia di inaugurazione, che si terrà sabato 2 maggio alle ore 11.00, saranno presenti, oltre all’autore del romanzo Educazione siberiana, anche il vignettista Vauro Senesi, che più volte si è dimostrato sensibile alla causa filorussa, ed alcuni esponenti politici. La scelta della data non è casuale: il 2 maggio 2014 gli scontri a Odessa tra autonomisti e sostenitori del governo di Kiev portarono ad un vero e proprio massacro dei filorussi, che il sindaco di Ceriano Laghetto, Dante Cattaneo (Lega Nord) ha voluto ricordare dedicando loro, in febbraio, il piazzale davanti alle poste. Un episodio che aveva attirato sul piccolo comune brianzolo le proteste dell’ambasciatore ucraino in Italia, ma anche l’attenzione internazionale, spesso manifestatasi con parole di grande supporto anche nei confronti del primo cittadino.
«Mi ha colpito molto quanto è accaduto a Odessa il 2 maggio del 2014. Ancora oggi non riesco a capacitarmi di come sia potuto accadere che dei cittadini disarmati che manifestavano pacificamente siano stati bruciati vivi dai nazionalisti di Kiev solo perché esercitavano il proprio diritto di esprimere la propria opinione politica – ha scritto Lilin su Facebook a proposito dell’inaugurazione di sabato -. Il monumento che ho disegnato simboleggia tutto quel buono dell’umanità che non può essere distrutto, che sopravvive anche al più atroce degli stermini. La colomba che vola verso il cielo attraversando le fiamme è la metafora delle idee, delle speranze, delle anime dei martiri di Odessa uccisi nel rogo di Palazzo del Sindacato. Tutti gli olocausti che l’umanità ha subito ci insegnano che ci sono cose che non si possono uccidere, ci sono cose che appartengono a Dio, che si estendono oltre la morte».
In apertura, un momento dell’inaugurazione del 14 febbraio