Ac Monza, Di Stanislao ancora condannato. Intervistato dice: “Ho la coscienza a posto”

Il futuro presidente, e attuale “capo cordata”, dell’Ac Monza Brianza, Paolo Di Stanislao, è stato nuovamente condannato dal Tribunale di Lanciano, stavolta a 6 anni di reclusione.
Il futuro presidente, e attuale “capo cordata”, dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, Paolo Di Stanislao, è stato nuovamente condannato dal Tribunale di Lanciano, stavolta a 6 anni di reclusione, che si aggiungono ai 7 anni già sentenziati in primo grado dai giudici abruzzesi un anno e mezzo fa.
Se la condanna del novembre 2013 era arrivata per bancarotta fraudolenta, riciclaggio di assegni, truffa e reati fiscali, riferiti al fallimento del Lanciano del 2008, la condanna dello scorso aprile è giunta per truffa aggravata e distrazione di fondi, relativi allo stesso “crack” del club calcistico frentano, di cui il manager teramano di nascita, ma romano d’adozione, era presidente. A Di Stanislao è stata riconosciuta la continuità di reato. Per questo filone di inchiesta sono piovute condanne per un totale di 18 anni e mezzo di carcere e un risarcimento danni alla curatela fallimentare del Lanciano da definire in separata sede pur avendo già riconosciuto una provvisionale di 294mila euro. Tra i nomi dei condannati compare anche la moglie di Di Stanislao, Patrizia Bernardi Patrizi, alla quale sono stati inflitti 3 anni e 6 mesi di reclusione per distrazione di fondi, che si sono aggiunti ai 5 anni sentenziati al termine del processo riguardante il primo filone d’inchiesta. La consorte di Di Stanislao era vicepresidente del Lanciano all’epoca del fallimento.
Nonostante il “crack” del sodalizio rossonero il manager cresciuto a La Storta ha successivamente collezionato altre disastrose conduzioni societarie, prima fra tutte quella del Casale, con lui alla guida escluso dai campionati della Lega Nazionale Dilettanti. E nonostante l’inibizione per tre anni decisa dalla Federcalcio, lo scorso gennaio ha guidato la cordata che ha rilevato il Monza, lasciando a Pietro Montaquila (ora anche lui inibito dalla Figc) l’onere della proprietà provvisoria e dell’amministrazione unica. Una volta salvata la società dal fallimento, impresa assai ardua, l’ex concessionario marketing e merchandising della Lazio dovrebbe assumere la presidenza del club biancorosso, come da lui annunciato nel corso della conferenza stampa tenutasi lo scorso 18 marzo.
A lui abbiamo chiesto un commento sull’ulteriore condanna del Tribunale…
“Non ho nulla da nascondere. Per entrambe le condanne è stato presentato ricorso in appello da parte del mio legale. Io sono con la coscienza a ‘postissimo’. Confido nella giustizia”.
Come mai pur non essendo ufficialmente un dirigente della società è in possesso della Mini Cooper aziendale? Lo sa che al centro sportivo Monzello sono arrivate una ventina di contravvenzioni elevate nel periodo di suo possesso della vettura?
“Ho un regolarissimo contratto di consulenza con l’Ac Monza Brianza 1912. Per questo motivo ho la Mini Cooper in comodato d’uso. Per quanto riguarda le multe, le ho già pagate”.
Già che allora ha racimolato qualche soldo, perché non aiuta la società a pagare i circa 40mila euro di debiti che ha nei confronti dell’Euro Hotel di Concorezzo e i circa 14mila euro di debiti che ha nei confronti del limitrofo Ristorante Argentèe, in modo da permettere ai calciatori e allo staff tecnico di continuare a mangiare e dormire sotto un tetto?
“Ancora con questa storia del vitto e alloggio?! I giocatori da mangiare ce l’hanno: a pranzo alla mensa del Monzello e a cena in un altro ristorante”.
Il prossimo 26 maggio il Monza sarà dichiarato fallito dal Tribunale cittadino a meno che nel frattempo non immettiate nel conto corrente della società abbastanza denaro per pagare i debiti. Che fine ha fatto la sempre annunciata e mai attuata ricapitalizzazione?
“Abbiamo scoperto che la perizia di stima in materia di valorizzazione delle obbligazioni che avevamo affidato a Francesco Pierangeli (72enne commercialista marchigiano, attualmente inibito dalla Federcalcio, ndr) non è sufficiente per una società per azioni come il Monza, ma solo per una società a responsabilità limitata. Dunque le obbligazioni di JP Morgan del valore di 2 milioni di dollari (circa 1 milione e 750mila euro, ndr) depositate alla Banca Popolare di Vicenza devono essere periziate da un incaricato da un giudice del Tribunale di Monza. Noi abbiamo presentato la richiesta più di 15 giorni fa, ma il perito non è ancora stato nominato”.
Insomma, per Di Stanislao l’unica risorsa disponibile per far andare avanti il Monza sono queste obbligazioni, peraltro non sue ma fornite da Stefano Bruni (ex sindaco di Como, attualmente presidente di Confidi Union Impresa e commercialista della nuova governance) per conto di Daniele Bizzozero, il giussanese ex proprietario del Seregno e attuale “patron” del Lecco, presente in Tribuna Vip nelle ultime partite casalinghe dei biancorossi. In attesa di novità registriamo la lotta continua di calciatori e staff tecnico e dirigenziale con albergatori, ristoratori e creditori vari. Lunedì scorso il titolare dell’Euro Hotel, stanco di essere preso in giro dalla proprietà del club brianzolo, aveva deciso di smagnetizzare le chiavi di accesso alle stanze dei giocatori. L’intervento telefonico del direttore sportivo Gianni Califano ha evitato il disastro, che però è stato solo rinviato a martedì prossimo. Nell’hotel concorezzese alloggiano in 10 camere una ventina di tesserati tra giocatori e allenatori. Nove calciatori vivono in appartamenti in affitto e sei di loro hanno dovuto sopportare nei giorni scorsi pure le lamentele dei vicini di casa per presunti rumori molesti nei due alloggi occupati. Il Ristorante Argentèe non fornisce più i pasti da una decina di giorni, ma in questo caso si è riusciti a trovare un esercente di Agrate Brianza disponibile a dare una mano a Di Stanislao e Montaquila.
Una mano alla società gliela sta dando anche il Comune. La Giunta ha deciso di rinviare a fine campionato l’approvazione della delibera di revoca della concessione dello stadio Brianteo e del Monzello per il mancato pagamento dei circa 400mila euro di debiti da parte del club di via Ragazzi del ’99. Essendo in scadenza il 30 giugno, in pratica verrà revocata con solo un mese di anticipo, sempre che la proprietà non paghi neanche entro quel giorno. “Se non era per il Comune non si sarebbe giocata neppure la partita interna contro il Bassano di venerdì scorso – rivela il consigliere delegato allo Sport, Silvano Appiani – La società fornitrice dell’energia aveva infatti interrotto l’erogazione della corrente a causa delle bollette non pagate. Il Monza è moroso anche con il Comune per 16.480 euro per canoni pregressi, per 279.665,33 euro oltre Iva per opere in conto canone non eseguite e per 71.949 euro per tributi pregressi. La revoca della concessione del Brianteo e del Monzello avrà effetto immediato per lo stadio, mentre per il centro sportivo concederemo alcuni giorni”.
Ma il Monza riuscirà a finire il campionato? Se lo chiedono anche i tifosi del Monza Club Libertà, che stanno organizzando una colletta per tamponare le emergenze. Già lo scorso dicembre il gruppo organizzato di supporters biancorossi aveva svuotato il proprio salvadanaio (2.500 euro) per consentire ai giocatori e allo staff tecnico di recarsi in trasferta a Pordenone un giorno prima, onde evitare affaticamenti che avrebbero potuto compromettere la prestazione. “La scorsa settimana abbiamo scoperto che allo stadio era stata interrotta la corrente a causa di bollette non pagate per 84mila euro – racconta Alessandro Ripamonti, consigliere del Monza Club Libertà responsabile dei rapporti con la società – Fortunatamente alle ore 22 del giorno prima la partita col Bassano era stata ripristinata. Poi abbiamo saputo che i giocatori non avrebbero più potuto cenare al Ristorante Argentèe. Anche in quel caso si è posto rimedio temporaneamente. Questa settimana è stata la volta dell’Euro Hotel a voler buttar fuori i calciatori a causa della morosità del club… Insomma, se il Monza non dovesse salvarsi domenica prossima, c’è il rischio di dover disputare i play-out senza che i giocatori si allenino nelle ultime tre settimane. Per cercare di ovviare alle problematiche più impellenti il nostro club ha deciso di attivare una carta Paypal che tutti i tifosi potranno ricaricare. Inoltre la settimana prossima organizzeremo una cena per raccogliere ulteriori fondi. Tutti i soldi raccolti non saranno consegnati alla società, ma direttamente ai fornitori per le necessità più urgenti”.
Domenica alle 15 si giocherà appunto l’ultima partita di regular season a Busto Arsizio contro la Pro Patria. Dal momento che ieri è stato respinto il ricorso alla Corte Federale d’Appello avverso la sanzione della penalizzazione di 4 punti in classifica, inflitti a titolo di responsabilità diretta perché l’amministratore unico Montaquila entro lo scorso 15 febbraio non ha pagato gli emolumenti, le ritenute Irpef, i contributi Inps e il Fondo fine carriera per settembre, ottobre, novembre e dicembre 2014, l’impresa del Monza appare quasi disperata. Con 6 punti di penalizzazione complessivi sul groppone la squadra allenata da Fulvio Pea, invece di essere matematicamente salva, si ritrova con l’obbligo di vincere l’ultimo match e a dover sperare che il Renate perda a Sassari contro la Torres.
Pea per l’importantissima partita non avrà sicuramente a disposizione gli infortunati Toskic, Giorgi e Corduas. Per l’italo-montenegrino purtroppo la stagione è finita e, anche per non aggravare la situazione economica dei compagni, ha chiesto e ottenuto di tornare a casa sua in Puglia. Stessa sorte potrebbe toccare a Corduas, per il quale si teme una lesione al legamento crociato del ginocchio. Si attende a ore l’esito della risonanza magnetica pagata dal… suo procuratore. Giusto per chiudere l’articolo con l’ennesima nota di vergogna per tutti coloro che hanno portato a questa situazione di dissesto delle finanze del glorioso Calcio Monza.