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Spari in Tribunale, Giardiello potrebbe essere accusato di strage

Udienza di convalida per l'arresto di Giardiello, il 57enne responsabile della morte di tre persone uccise nel Tribunale di Milano. Rischia di essere accusato di strage.

Monza Tribunale piazza Garibaldi

È iniziata da pochi minuti l’udienza di convalida per l’arresto di Claudio Giardiello, il 57enne responsabile della morte di tre persone e il ferimento di altre tre, giovedì mattina in Tribunale a Milano.
L’uomo rischia un’incriminazione per strage. Se la Procura di Monza ravvisasse che Claudio Giardiello abbia sparato a caso nei corridoi del Tribunale di Milano per  farsi strada fino alla stanza del Giudice Ciampi, l’ipotesi di reato non sarebbe più omicidio plurimo e tentato omicidio ma strage.
Il sostituto Procuratore della Repubblica di Monza Franca Macchia, ha stilato ieri gli atti per la richiesta di convalida per il suo arresto, la cui udienza è in corso in questo momento presso il carcere di San Quirico a Monza, alla presenza del Gip Patrizia Gallucci. Le ipotesi di reato sarebbero ad oggi omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione e tentato omicidio. E’ da chiarire infatti se oltre alle vittime freddate in aula (il Giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e l’ex socio dell’immobiliarista Giorgio Erba), l’imprenditore abbia tentato di uccidere le altre tre persone rimaste ferite, ovvero suo nipote Davide Limongelli, l’avvocato Paolo Brizzi e il commercialista Stefano Verna, se le abbia colpite a caso tra la folla nei corridoi per aprirsi la strada verso lo studio di Ciampi, o se per ferirle. Nel caso in cui si verificasse la seconda ipotesi, la Procura di Monza lo accuserebbe di strage.
A far luce sull’effettiva dinamica,  saranno le perizie balistiche, non ancora disponibili.  
Sempre dalle prime indagini è emerso che Giardiello non avesse con se alcun tesserino di riconoscimento, vero o falso, con il quale avrebbe avuto facile accesso a Palazzo di Giustizia a Milano. Dalle perquisizioni eseguite subito dopo il suo arresto (sul suo scooter e tra i suoi abiti) non è venuto fuori alcun documento di riconoscimento di quella natura. Lo stesso Giardiello avrebbe negato agli inquirenti una spiegazione circa l’escamotage utilizzato per accedere al Tribunale.  Attesi anche gli esiti del narcotest e dell’alcol test effettuati su Giardiello in ospedale, dove si è fatto accompagnare a meno di due ore dal fermo, perché colto da malore.
E sempre da Monza è emersa più chiara la dinamica di quello che, potenzialmente, sarebbe potuto avvenire dopo la mattanza a Palazzo di Giustizia. Quando l’imprenditore è stato fermato dai carabinieri a Vimercate, sotto la sella del suo scooter c’era la pistola, con un colpo in canna ed un altro caricatore da diciotto proiettili, pronto all’uso. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Giardiello si era fermato a fumare una sigaretta quando i militari lo hanno riconosciuto e fermato. Una pausa forse per decidere in che modo raggiungere la successiva potenziale vittima: l’altro socio non presente in Tribunale. Oggi, durante l’interrogatorio di convalida per il suo arresto, forse Giardiello deciderà di parlare, come ha anticipato il suo legale prima di accedere alla casa circondariale.
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