Ambiente

Biometano dai rifiuti organici: a Cavenago Brianza è realtà

Produrre biometano dal rifiuto umido? A Cavenago nascerà un impianto industriale che potrà servire fino a 5mila abitazioni.

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Produrre biometano dal rifiuto umido? A Cavenago nascerà un impianto industriale che potrà servire fino a 5mila abitazioni.

Ad aprile del 2014 all’interno dell’ex discarica Cem di Cavenago Brianza è stato installato un piccolo impianto prototipo per la produzione di biometano realizzato dal dipartimento di Scienza dei materiale dell’Univesità di Milano-Bicocca: ad un anno di distanza ha dato risultati confortanti tanto da rendere ufficiale la costruzione di uno nuovo capace di rifornire 5mila famiglie di gas, luce riscaldamento per un controvalore di 3,5 milioni di euro.

La tecnologia “Smart upgrading” sperimentata in questo anno, consente il “lavaggio” del biogas ottenuto dalla fermentazione dei rifiuti umidi: “Rispetto alle tecnologie tedesche e statunitensi attualmente impiegate in questo campo – si legge nella nota di Cem Ambiente – ha il vantaggio di lavorare con una sostanza di trasformazione biodegradabile e dal costo contenuto, e di richiedere, per il suo funzionamento, una quantità di energia molto bassa, producendo un gas made in Italy.”

Si stima che se l’Italia producesse biogas trattando i rifiuti vegetali e le sostanze organiche esistenti potrebbe coprire il 20% del fabbisogno nazionale di gas, diminuendo le importazioni da Russia e nord Africa e abbattendo le emissioni di Co2 nell’aria.

«Ancora una volta la nostra società – spiega Virginio Pedrazzi, amministratore unico di Cem Ambiente Spa – si dimostra attenta a cogliere e anticipare le politiche di sostenibilità, sperimentando nuove soluzioni innovative. In questo caso abbiamo accolto con favore e compartecipato economicamente, alla proposta dell’Università di utilizzare il gas prodotto dai nostri rifiuti per produrre BioMetano, andando incontro anche a un indirizzo di Legge che chiede espressamente di produrre questo gas che ha già una rete e può essere utilizzato meglio e di più del biogas».

L’impianto pilota che ha “lavorato” fino ad oggi effettua un particolare lavaggio del biogas, che trattiene solo le impurezze indesiderate lasciando fluire il metano pulito ottenendo un gas di qualità pari o superiore a quello che arriva oggi nelle nostre case.

«Grazie all’accordo di collaborazione con CEM Ambiente – dice Maurizio Acciarri, professore associato di fisica sperimentale del Dipartimento di Scienza dei Materiali e responsabile del progetto per l’Università di Milano-Bicocca –  è stato possibile verificare dal vivo l’efficacia di questa nuova tecnologia su un gas reale, ossia su una miscela di anidride carbonica, metano e altre sostanze che costituiscono normalmente il prodotto ottenuto dalla fermentazione batterica dei rifiuti umidi. Siamo riusciti a mettere a punto la tecnologia “Smart upgrading” grazie alla presenza nel Dipartimento di Scienza dei Materiali di competenze e conoscenze trasversali, da quelle chimiche e fisiche fino a quelle ingegneristiche».

 

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