Economia

Alcatel: due ore di sciopero per le 43 persone che rischiano il licenziamento

Due ore di presidio davanti alla nuova sede Alcatel di Vimercate per i sindacati e per i 37 lavoratori di Vimercate che rischiano il licenziamento.

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Due ore di presidio davanti alla nuova sede Alcatel di Vimercate per i sindacati e per i 37 lavoratori di Vimercate che rischiano il licenziamento.

43 lavoratori, 37 solo a Vimercate, si trovano oggi in cassa integrazione straordinaria e rischiano il licenziamento a maggio se non si riuscirà a trovare un’accordo con l’azienda, che ad oggi sembra irremovibile sulla sua scelta:

“Oggi pomeriggio ci sarà un’audizione in commissione lavoro e industria alla Camera per parlare della vertenza Alcatel e dal prossimo 6 aprile partirà la contrattazione ministeriale – afferma Gigi Redaelli, Segretario Fim Cisl MB – per ora sono le uniche possibilità di poter far cambiare idea all’azienda che ha rifiutato qualsiasi tipo di trattativa e richiesta, come ad esempio i contratti di solidarietà. I vertici di Alcatel hanno parlato nei mesi scorsi di rilancio, nuove assunzioni e attualmente usufruiscono di incentivi statali per lo sviluppo di progetti come la banda larga, ma non vogliono cercare di ricollocare il 3% della loro forza lavoro. Se non si troverà un’accordo con il ministero dal 6 maggio partiranno i licenziamenti.”

da sinistra: Gigi Redaelli (Fim), Angela Mondellini e Roberta Turi (Fiom)

da sinistra: Gigi Redaelli (Fim), Angela Mondellini e Roberta Turi (Fiom)

Oggi a Vimercate lavorano circa 870 addetti, dopo l’addio delle 256 persone passate nei mesi scorsi a Sm Optics, azienda di Cologno Monzese, che ha deciso per un anno di far lavorare queste 256 persone nella vecchia sede Ibm di Vimercate.

Molto critico anche il giudizio della Fiom Cgil, rappresentato dal segretario provinciale Angela Mondellini e da Roberta Turi, della segreteria nazionale della Fiom:

“L’unica soluzione per noi sindacati è la ricollocazione delle 43 persone coinvolte – afferma Roberta Turi – Renzi pochi mesi fa era stato proprio in questa sede e aveva parlato di sviluppo e futuro durante la sua “passerella”. Oggi però si parla solo di esternalizzazioni in diverse competenze e chiusure di sedi, come quella di Trieste.”

Fra i manifestanti, quattro rappresentanti sindacali interni, tutti a rischio licenziamento: fra questi Franco Mazzarella, Rsu Fim, di 57 anni:

“Ho inziato, come molte persone qui, un periodo di cassa integrazione di 9 mesi nel 2013: poi sono rientrato nella cosidetta zona di confine dove ci hanno costretto a stare senza alcuna mansione. Per diversi mesi siamo rientrati al lavoro solo per un giorno a settimana e in quel giorno non ci sono mai state date mansioni. Ora sono in cassa straordinaria senza nessun tipo di prospettiva da parte dell’azienda.”

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