Per coprire i graffiti dei vandali nel sottopasso di corso Milano l’associazione Recover ha realizzato un murales: un bosco urbano, alberi bianchi, tra macchie di nero e grigio. Per Felice Terrabuio, il creativo architetto monzese, non è adatto: troppo scuro e tetro.
L’effetto finale dell’opera d’arte dell’artista Matteo Capobianco che fa parte del progetto Recover, progetto vincitore del bando del Comune di Monza per riqualificare 11 zone della città deturpate, non convince tutti, in particolare Terrabuio che di arte se ne intende e che ha fatto della lotta ai graffittari in città una bandiera dell’associazione artistica Streetartpiù fondata nel 2011.
“Cosa dire dell’intervento di oggi del progetto Recover? Non mi fa impazzire, lo valuto poco disponibile a quel fatale attraversamento; troppo serioso, poco colorato, troppo grigio, mi intristisce… – e l’architetto aggiunge con un sorriso – Come detto più volte: vogliamo un mondo a colori!!!”
Questo di corso Milano è il secondo murales che viene realizzato in città: il primo è sorto sulla facciata della scuola media Sabin a San fruttuoso. Anche in quella occasione le polemiche sull’opera artistica furono diverse. Recover è un progetto rivolto essenzialmente ai giovani per la coprogettazione di iniziative di aggregazione socialeo e per la riqualificazione urbana attraverso la street art.
E voi cosa ne pensate? Un’opera suggestiva, ma che forse non è adatta a suggerire quel senso di tranquillità e di serenità che invece quel luogo richiederebbe. D’altronde il bosco non è metafora di luogo oscuro nelle favole?
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