Centro profughi di fianco all’Avis. L’associazione: “Questione sanitaria”

Sta facendo discutere la vicinanza del centro accoglienza profughi con il punto di raccolta sangue dell’Avis a Limbiate.
Sta facendo discutere la vicinanza del centro accoglienza profughi con il punto di raccolta sangue dell’Avis a Limbiate. Martedì, 17 marzo, l’argomento è tornato alla ribalta durante la presentazione della settima assemblea Avis Provinciale MB. Se fino a pochi giorni fa l’Avis aveva come vicini gli assessorati della Provincia di Monza e Brianza, ora si troveranno fianco a fianco con l’hub destinato all’accoglienza. “Non è una questione di razzismo ma è una questione sanitaria” chiariscono subito i vertici dell’associazione dei donatori di sangue.
Ma andiamo con ordine. E’ del 17 febbraio la notizia (leggi qui) che il centro per l’accoglienza di gruppi di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale ha trovato uno spazio in Brianza. La Provincia ha ritenuto di offrire una porzione del proprio edificio situato a Limbiate, nella zona ovest compendio immobiliare di Mombello. La decisione è stata lunga e non facile, i primi sopralluoghi delle istituzioni coinvolte in varie strutture del territorio (ex ospedale Vimercate, ex Ospedale Monza…) erano già iniziati prima dell’estate.
“Dopo aver chiesto il contributo dell’Assemblea dei Sindaci, la Provincia ha individuato l’immobile di Limbiate per compiere il proprio dovere e per rispondere a precisi impegni presi dal Governo, dalla Regione e a seguire dalla Prefettura e dagli Enti Locali” – spiega il presidente della Provincia Gigi Ponti.
Gli spazi individuati si trovano in via Bonaparte al primo piano di un edificio che ne conta due, che ospita all’interno anche la sede del Centro raccolta Avis Vittorio Formentano. Un totale di 570 metri quadrati che la Provincia concederà gratuitamente al Consorzio Comunità Brianza incaricato dalla Prefettura del servizio di accoglienza e della gestione dei servizi connessi fino alla fine di aprile 2015. “La cooperativa sta completando in questi giorni l’adeguamento degli spazi, per renderli idonei allo scopo e per separare in modo definitivo anche gli accessi, affinchè tutto possa svolgersi in condizioni di sicurezza e tranquillità” aggiunge Ponti.
“Ci tengo a sottolineare che non è che non vogliamo il centro profughi, è una questione di salvaguardia dal punto di vista sanitario. – dichiara Roberto Saini presidente provinciale Avis. – In Brianza per rispettare le norme dettate dall’Unione Europea abbiamo dovuto chiudere diversi dei nostri punti di raccolta che non erano a norma e ora non è chiaro come intendano tutelare la struttura dal punto di vista sanitario. A noi interessa solo che la nostra raccolta sia salvaguardata, non è una questione di razzismo. Inoltre – incalza Saini – tutto quello che sappiamo lo abbiamo letto sui giornali. Abbiamo scritto anche una lettere a Ponti ma non abbiamo mai ricevuto risposta”.
Pronta la replica di Ponti: “La Provincia non ha ricevuto richieste di incontro da parte di AVIS ma è naturalmente disponibile a fissare una riunione, se ciò fosse necessario a dissipare le preoccupazioni”.