Economia

Nuove misure Iva, aziende in difficoltà: parla imprenditore di Confartigianato

Split payment e aumento del reverse change: sulla questione parla un imprenditore di Monza: «È una cosa che ci è caduta in testa all'improvviso».

Ahmed-Zaihed-confartigianato

Nei giorni scorsi il segretario generale di APA Confartigianato, Paolo Ferrario, si era espresso contro le misure varate con la Legge di stabilità 2015 sull’imposta sul valore aggiunto: «L’ampliamento dell’applicazione del reverse charge e lo split payment rischiano di provocare lunghi tempi d’attesa per il rimborso dell’Iva a credito e procedure burocratiche onerose per le aziende – aveva dichiarato a MB News -. Così non si fa che peggiorare la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione o che lavorano nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e dei servizi di pulizia».

«Ad essere in difficoltà sono soprattutto le piccole aziende – spiega Zayed Ahmed, dal 2006 a capo di un’impresa di pulizie che opera in tutto il territorio della provincia di Monza e della Brianza. La sua è una bella storia, di una persona che partendo da zero ha messo in piedi un’azienda che funziona: -. In Egitto ero una guida turistica, ma quando mi sono trasferito mi sono dovuto adattare, e ho cominciato a lavorare come operaio in un’impresa di pulizie. Dopo qualche anno sono riuscito ad aprirne una mia, e ora ho 7 dipendenti, tutti italiani: lavoriamo per aziende e condomini».

Un traguardo di cui andare fieri, specialmente in tempi di crisi, ma che le nuove misure rischiano di compromettere.  «Teoricamente le piccole imprese artigiane non dovrebbero essere penalizzate più di tanto – spiega -. Ma noi abbiamo tanti insoluti, soprattutto nei condomini. Con questa novità non solo viene a mancare una liquidità immediatamente spendibile come quella dell’Iva, ma, se i pagamenti non vengono effettuati, l’impresa si trova ancora più in difficoltà. Senza contare il caos che ha provocato la nuova norma – continua Zayed Ahmed -, all’inizio non si sapeva bene come applicarla, tanto più che non ci aspettavamo una cosa simile.  E la parte burocratica: occuparsene significa un onere in più per le imprese, nella forma di un aumento della parcella del commercialista. Confartigianato sta cercando di protestare e far sentire la nostra voce – conclude -, in attesa di un colloquio con le attività competenti. Ma, per il momento, non c’è nessuna novità».

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