Ambiente

Diossina nelle uova a Desio. Ecco la replica della Asl Monza e Brianza

Replica secca dell'ASL di Monza e Brianza circa l'allarme diffuso dal Movimento 5 Stelle di Monza e Brianza che ha denunciato l'enorme presenza di diossina nelle uova di Desio.

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Replica secca dell’ASL di Monza e Brianza circa l’allarme diffuso dal Movimento 5 Stelle di Monza e Brianza che ha denunciato l’enorme presenza di diossina nelle uova di Desio.

“Si è trattato di un’analisi effettuata nel 2012 a campione che non ha un fine statistico – spiegano in una nota stampa quelli della Asl – Sono stati analizzati un solo allevamento su 11 comuni dei 55 della provincia. Sono tutti destinati all’autoconsumo non alla vendita all’ingrosso”.
Dai risultati, comunque, solo il 10% degli allevamenti è risultato avere prodotti, ovvero uova di gallina, con valori compresi in quelli non a rischio.

Il dato eclatante è stato però quello evidenziato dai Pentastellati che hanno messo in evidenza come “a Desio il valore di diossina fosse 21 volte superiore al limite di legge e per il 61% di queste diossine l’origine è ignota“.
Dati per nulla oscurati, precisa la Asl che era stata accusata di aver coperto questi numeri, e l’ente scrive: “Abbiamo avuto modo di illustrare a tutti i Sindaci gli esiti del monitoraggio effettuato e ha comunicato ai Comuni di Desio, Brugherio, Varedo, Villasanta, Nova Milanese, Lissone, Monza, Concorezzo, Agrate Brianza, Muggiò e Vedano al Lambro (situati nel raggio di 10 km dall’area SIN di Sesto San Giovanni) questi valori”.

Per il Movimento bisognava intervenire subito: “Questo è un campanello d’allarme. Si sarebbero dovuti effettuare immediatamente studi più approfonditi ed estesi ad altri allevamenti di Desio e invece pare non si sia fatto nulla. Dalle analisi effettuate dall’Asl non è possibile stabilirlo con certezza, certo non hanno un valore statistico, ma il nostro sospetto è che arrivino dall’inceneritore, che emette diossina senza sosta da quasi 40 anni. Quando abbiamo letto questi dati ci sono subito tornate alla mente le parole pronunciate qualche anno fa dal Presidente dell’Ordine dei Medici di Monza e Brianza, Carlo Maria Teruzzi: “Io a due chilometri dall’inceneritore di Desio non ci vivrei e non ci farei vivere i miei figli” (http://youtu.be/ZXccclUBQPs). E guarda caso l’allevamento da cui provengono le uova si trova a due chilometri dall’inceneritore”.

Il MoVimento 5 Stelle si batte (da sempre) per la chiusura dell’inceneritore di Desio. Un impianto considerato da loro vecchio e ormai del tutto inutile, tenuto in vita dalla politica per motivi che tutto hanno a che fare tranne che con l’interesse dei cittadini. Non solo il M5S ha fatto partire una raccolta firme per chiedere lo stop stop immediato al piano industriale di Bea che prevede il “revamping del forno“.

Smentita secca sulla connessione tra l’impianto di Desio e l’inceneritore arrivano anche da Bea Spa: «Basta con gli allarmismi infondati» dichiara il presidente Silvio Boselli che aggiunge «Le analisi del 2012 cui si fa riferimento hanno individuato con certezza nelle uova un sottotipo di diossina riferibile alla tristemente nota vicenda dell’Icmesa di Seveso, escludendo quindi altre fonti. Va anche notato che, a fronte di un valore alto di diossine nel campione di Desio, il campione di Varedo, che pure sta nei dintorni dell’impianto, presenta valori assolutamente in linea con la media rilevata e pari ad un ventesimo dei valori trovati a Desio. Ricordiamo anche che, non più tardi di sei mesi fa, in seguito ad analisi condotte da Arpa sull’area circostante l’impianto di via Agnesi, fu rinvenuto un tenore di diossine di gran lunga inferiore al limite di legge per i terreni ad uso residenziale. L’arpa ha infatti constatato una presenza di diossina pari a meno di un decimo dei limiti di legge per il riutilizzo di queste terre ad uso abitativo. Fa specie che si parli solo ora, a dicembre 2014, di dati rilevati nel 2012 e che sono stati acquisiti dai Cinquestelle a gennaio di quest’anno. Crediamo sia ora – conclude Boselli – per gli amministratori, o chi si cimenta nell’incarico, di leggere i dati per intero e con onestà, smettendo di lanciare allarmi infondati e irresponsabili, che spesso coprono secondi fini».

Ultimo aggiornamento 17 gennaio ore 8.30

 

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