Cultura

‘Sii bella e stai zitta’: in mostra a Monza gli stereotipi sull’universo femminile

Sei artisti alla Galleria Civica per riflettere, attraverso l'arte, sulla condizione femminile tra passato e presente.

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Sarà visitabile dal 15 al 30 novembre, la mostra che si ispira al saggio di Michela Marzano “Sii bella e stai zitta. Perché l’Italia di oggi offende le donne“, organizzata dall’associazione Factory Zone col patrocinio dell’assessorato alle Politiche culturali di Monza presso la Galleria Civica del capoluogo.

“Sii bella e stai zitta” suona come il monito di alcune nonne e altrettante mamme, che cercano di spiegare alle figlie e alle nipoti le strade comode per essere accettate e benvolute. L’Italia infatti, ancor più di altri Paesi europei, soffre di un tipo di educazione differente per maschi e femmine e di stereotipi difficili a morire, di cui le donne sono vittime.

In mostra saranno presenti le opere di sei artisti che attraverso i loro tratti hanno rappresentato questa sofferenza e differenza tra l’uomo e la donna.

Ninni-Donato-galleria-civicaPartiamo dalla coppia Angela Pellicanò e Ninni Donato. Le figure della prima sono immobilizzate da lacci, immerse nel rosso del sangue e nel nero del dolore, e rappresentate da figure mediterranee per legare il mondo passato a quello di oggi. Il secondo, invece, rappresenta in primissimo piano delle giovani fanciulle con tratti androgini, quasi a legare i due sessi nella comune difficoltà della crescita.

Anna Madia ha come soggetti ragazze sonnambule, sospese tra il sonno e la veglia. Sono immagini delicate, caratterizzate dai lunghi capelli, simbolo per eccellenza della femminilità. Iacopo Raugei rappresenta una giovane donna immersa nel nero, legata ad un televisore che manda immagini di una vita perfetta, dove la donna coniuga perfettamente lavoro e famiglia senza affanno, immagini illusorie di una realtà inesistente.

Emilia-Dimitrova-Sirakova-galleria-civicaEmilia Dimitrova Sirakova racconta per immagini la leggenda di Kaliakra. Secondo il mito, quaranta vergini scelgono di morire nel mar Nero piuttosto che diventare schiave nell’harem dell’imperatore ottomano. L’artista si concentra sulle ragazze già in acqua, belle, snelle ma ripiegate su se stesse come boccioli indifesi. Infine, Lara Pacilio si concentra sul tema della pedofilia, trattando il carnefice come vittima di violenze infantili: la dimensione del gioco fu spezzata in tenera età ed ora il nuovo gioco dell’adulto assume aspetti mostruosi.

Luca Nostro, compositore e chitarrista, accompagnerà con la sua musica le opere esposte.


 

Per info: tel. 039/2302192 – email: mostre@comune.monza.it

 

 

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