Il centro Studi di Confindustria di Monza e Brianza rende noti i risultati dell’indagine condotta interpellando la Giunta Esecutiva, tema: politiche economiche dell’UE e situazione internazionale.
L’economia italiana di oggi, stando ai dati ISTAT, equivale a quella del 2000. Tredici mesi consecutivi di Pil in calo, i motivi sono vari. Innanzitutto la politica restrittiva imposta dall’UE unita con la mancanza di una politica industriale italiana ed il conseguente clima di sfiducia che frena i consumi e gli investimenti privati.
Ciò che emerge dall’indagine è quasi all’unanimità (92% dei presenti) la necessità di allentare il rapporto al 3% tra deficit e Pil per favorire gli investimenti pubblici in infrastrutture per ridare ossigeno al mercato interno. Il rilancio dei consumi sarebbe determinante nella crescita del Pil per il 64%, mentre il 12% lo ritiene riduttivo, seguito dall’11% che crede sarebbe incisivo solo se aumentasse l’acquisto di prodotti italiani da parte dei consumatori.
Un problema storico tutto italiano riguarda la burocrazia: troppo macchinosa. Urge quindi una semplificazione secondo il 45% della Giunta, giustificato dall’oneroso carico di adempimenti che ricade su un tessuto di piccole e medie imprese quale è quello della Brianza. Per il 26% invece è importante ricostruire un clima di fiducia ed un nuovo programma economico dell’Unione Europea fondato sull’espansione.
Altro tema fortemente sentito riguarda il costo del lavoro: su una sua riduzione si pronuncia favorevole il 70% degli interpellati. Minori percentuali per la riduzione del costo dell’energia (19%), per il potenziamento del supporto all’export (7%) e per il miglioramento dell’accesso ai fondi europei (4%).
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