E’ la cronaca di un disastro ambientale di portata mondiale quello della Lombarda Petroli di Villasanta. Nel febbraio del 2010 tonnellate e tonnellate di idrocarburi finirono nel Lambro trasformando il corso d’acqua in una oleosa e maleodorante marea nera. La notizia fece il giro del mondo in pochi minuti. La marea nera investì ogni cosa che si trovava sul suo cammino, animali compresi. Alterò e distrusse l’ecosistema del fiume e non solo quello. Provocò indignazione a ogni livello e in molti arrivarono a paragonarla al disastro di Seveso e della diossina.
Adesso, dopo quasi quattro anni di indagini e processi, è arrivata una sentenza che lascia interdetti. E non potrebbe essere altrimenti visto quello che successe quel giorno di febbraio del 2010. Le immagini, i racconti e i video sono molto eloquenti e impressionanti. L’impatto mediatico che quel disastro ebbe sulla Brianza e sul resto del mondo fu enorme e ancora oggi, riguardare quei fotogrammi, suscita rabbia.
La marea nera non si limitò a invadere il Lambro, investì anche il depuratore, proseguì oltre Milano e arrivò fino al Po. Si parlò di ecosistema spezzato e di danni per milioni di euro che, almeno per il momenti, nessuno pagherà.
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