Cultura

“La Villa Reale è anche mia”, Philippe Daverio si sbaglia: “La Reggia di Monza non è un modello”

Il "Comitato la Villa Reale è anche mia" attacca Philippe Daverio sulla Villa Reale: "Quale modello? Dare la Villa Reale ai privati è una lottizzazione di un monumento".

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Philippe Daverio si sbaglia. Secondo il “Comitato la Villa Reale è anche mia” il noto critico d’arte avrebbe preso un abbaglio definendo l’accordo tra pubblico e privato un dialogo tanto fortunato da essere un modello per tutta l’Italia [ecco il video].

Proprio in questi giorni la Villa Reale ha concluso una prima parte importante di restauri del valore di 26 milioni di euro, di cui 19 messi da Regione Lombardia e la restante parte dalla società che ha vinto la gara, Italiana  Costruzioni. Un restauro celebrato da tutti come un record perchè terminato in soli due anni, cosa che in Italia normalmente non accade.

“Una  collaborazione come dice Daverio “fortunata e concreta” tra pubblico e privato  dovrebbe svolgersi in modo differente – critica il Comitato che aggiunge – Il privato dovrebbe intervenire alternativamente al pubblico o come “mecenate” ottenendo da  questo atto di liberalità un ritorno di immagine o come esecutore materiale dell’opera, secondo le indicazioni ricevute dal pubblico dopo un regolare concorso. Inoltre il pubblico dovrebbe dettare strategie e progetti ai quali il privato dovrebbe attenersi e controllare che nell’esecuzione vengano rispettati. Nel caso della Villa di Monza nessuno di questi criteri fondamentali è stato rispettato: i capitali sono perlopiù pubblici e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza non ha fornito nessuna indicazione sul restauro”.

Il comitato tira la scoccata finale anche per quanto riguarda l’aspetto dell’originalità del modello: “Una novità che il pubblico dia in concessione al privato ciò che è “nostro”? A Monza è la prassi, specialmente per quanto riguarda La Villa Reale e il Parco di Monza. E’ un modello che ormai ha quasi un secolo, ed è stato disastroso per il monumento: è quello adottato per l’autodromo, il golf e le altre concessioni nel Parco storico. Sostanzialmente è una quasi alienazione e una lottizzazione del monumento”.

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