Monza, ordinanza anti accattonaggio per Alessandro Gerosa (Sel) è un grave errore

5 agosto 2014 | 07:55
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Monza, ordinanza anti accattonaggio per Alessandro Gerosa (Sel) è un grave errore

A pochi giorni dalla sua entrata in vigore l’ordinanza anti accattonaggio emessa dall’amministrazione Scanagatti vede riaccendere su di sé i riflettori. Ad infuocare la polemica è Alessandro Gerosa.

A pochi giorni dalla sua entrata in vigore, l’ordinanza anti accattonaggio emessa dall’amministrazione guidata da Roberto Scanagatti vede riaccendere su di sè i riflettori.

Ad infuocare la polemica questa volta è il capogruppo monzese di Sel, Alessandro Gerosa, che ha apostrofato il provvedimento monzese come “Un altro grave errore in materia di sicurezza”.  «Dopo il provvedimento costoso e sbagliato dell’atto di un cane antidroga(sbagliato perché attribuisce alla polizia locale competenze proprie delle polizie di stato, creando sovrapposizioni ed anche rischi di interferenze), la nuova ordinanza “anti-accattonaggio” è un altro grave errore del Comune in materia di sicurezza. – spiega Gerosa –  Sbagliato è emettere, sulla base di alcuni casi di marginalità sociale circoscritti in alcuni punti, ordinanze “contingibili ed urgenti” che colpiscono e pongono divieti a tutta la cittadinanza indiscriminatamente. Sbagliato è lo strumento delle ordinanze, per il quale la persona verrebbe denunciata non per il fatto specifico, ma per “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”: esistono già strumenti normativi ordinari, si applichino caso per caso, anziché colpire indiscriminatamente devianti, marginali e normali cittadini».

Il consigliere Gerosa boccia dunque la scelta di adottare l’ordinanza in questione sostenendo che “nessun terribile pericolo sociale può derivare da individui che chiedono l’elemosina”. Un fiume in piena il rappresenate di Sel che aggiunge : «Ancora più grave ed ingiusticato è il divieto di bere alcolici in diverse vie fra le più centrali di Monza. In questi due anni ha fatto fatica a imporsi nell’agenda politica dell’amministrazione il diritto alla felicità, alla socialità e all’aggregazione dei giovani. Quando si è parlato di movida, lo si è fatto quasi sempre in termini di problematicità da combattere piuttosto che di opportunità da cogliere. Con questa ordinanza invece purtroppo ancora una volta sarà colpita la più che tartassata categoria sociale dei giovani, ancora una volta si connota la socialità, l’aggregazione, come un problema sociale e non come un diritto da garantire. Il risultato più concreto di questo provvedimento è che ora i giovani e i cittadini monzesi sapranno di rischiare tre mesi di carcere per bere una birra in compagnia in via Manzoni, in Corso Milano, in Largo Mazzini o in piazza Cambiaghi: questo è assolutamente inaccettabile».

La posizione del giovane consigliere pare dunque chiara, e auspica la rovoca dei quella che a suo dire è “un’infelice ordinanza”.